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I VESCOVI INDIANI: “LA VIOLENZA SULLE SUORE E’ UN CRIMINE”

“La violenza fisica inflitta a delle religiose, lo stupro di una suora anziana e malata, la profanazione delle ostie consacrate, sono atti disumani e spietati, di cui tutti i cittadini dell’India dovrebbero vergognarsi” così i Vescovi indiani condannano il gravissimo episodio che ha suscitato un’ondata di indignazione nella comunità locale: nelle ore successive all’accaduto, studenti e genitori hanno inscenato una protesta nel centro della città.

Finora otto giovani di età compresa tra i 20 e i 30 anni sono stati arrestati e accusati dell’aggressione avvenuta nella notte tra il 13 e il 14 marzo presso il convento della Scuola di Gesù e Maria a Ranaghat nel distretto di Nadia, in Bengala occidentale. Sarebbero stati identificati grazie ad un filmato. Gli aggressori oltre ad aver violentato la madre superiore perchè aveva cercato di fermarli, picchiarono anche le altre due suore che si trovavano nella comunità lasciandole poi legate alle sedie. La suora stuprata è stata dimessa dall’ospedale dopo due giorni di ricovero. Secondo fonti della polizia, i malfattori sono riusciti a fuggire con una manciata di denaro, un telefonino, un computer portatile e una macchina fotografica. L’arcivescovo Souza ha aggiunto che è stata saccheggiata anche la minuscola cappella del convento, da cui sono stati trafugati alcuni oggetti sacri. L’incidente è avvenuto poche settimane dopo che il leader del Rashtriya Swayamsevak Sangh, il principale gruppo di estremisti indù, aveva disprezzato e delegittimato l’opera caritatevole delle suore di Madre Teresa in Bengala occidentale, accusandole di “fare proselitismo”

I cristiani indiani affermano che il governo “non ha preso provvedimenti concreti per proteggere i cristiani. Dobbiamo alzare la voce contro le atrocità” alcuni di loro gridano. Così anche “la Conferenza Episcopale dell’India – si legge nel testo – ha appreso con profondo dolore e sgomento quanto avvenuto. Condannando tali atti ignobili, la Conferenza episcopale indiana esprime solidarietà alle vittime della violenza e chiede al Primo ministro del Bengala Occidentale di prendere provvedimenti opportuni per condurre i colpevoli davanti alla giustizia e fornire un’adeguata protezione alle suore e alle istituzioni religiose. Il loro servizio disinteressato ha contribuito molto allo sviluppo e al progresso della nostra cara nazione”.

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