Ivescovi di Haiti hanno indetto un'anno di preghiera e di adorazione eucaristica per combattere povertà e corruzione, endemiche nella repubblica situata sull'isola di Hispaniola, nel Mar dei Caraibi. L'isola, colpita nell'estate 2004 dall'uragano Jeanne, nel gennaio 2010 dal secondo terremoto più distruttivo della storia dell'uomo e nell'ottobre 2016 dall'Uragano Matthew, vive in uno stato di emergenza umanitaria cronico.
La lettera
“Il contesto di quest’anno di preghiera – si legge nella nota dei vescovi pubblicata dal Sir – è ovviamente la situazione attuale del popolo haitiano ad Haiti. La miseria è diventata così graffiante, l’insicurezza così destabilizzante che l’albero della speranza è stato strappato dal suolo”. Ma la mancanza di speranza “in un popolo è sempre stata considerata un male assoluto”. Accanto a ciò, esiste una “malvagia corruzione endemica, che è una cancrena per il Paese”. Tra queste tre cause, esiste una relazione di causa ed effetto. “Questi tre mali capitali – prosegue la nota – saranno al centro della nostra preghiera per tutto l’anno 2019-2020, ma soprattutto al centro della nostra adorazione. “Per sottolineare la dimensione veramente ecclesiale di questa preghiera – spiega la Conferenza episcopale – il vescovo diocesano organizzerà una grande celebrazione del culto ogni trimestre nella sua diocesi. Questo ci consentirà di risvegliare e attivare il senso di responsabilità di ogni haitiano nella prospettiva della salvezza del nostro caro Paese. Individualmente, ogni haitiano, ogni gruppo di preghiera cercherà, durante i momenti di culto, di consacrare e restituire a Dio il destino del nostro Paese e del nostro popolo”. “Il Signore non ha sempre ascoltato la voce della sua gente che piangeva per Lui? Non siamo noi il suo popolo, il suo gregge?”, conclude la lettera.