Nel briefing con la stampa, Paolo Ruffini, presidente della Commissione per l'informazione, ha fatto il quadro della seconda giornata di lavori. Sono stati 25 gli interventi di oggi ed hanno riguardato temi di stretta attualità: la sessualità, i migranti, la famiglia e la situazione della Chiesa.
Sessualità
In conferenza, la docente di sociologia, Chiara Giaccardi ha spiegato: “Il tema della sessualità è stato affrontato in modo aperto, considerandola come una dimensione essenziale e non come nemica”. Secondo la dottoressa Giaccardi, con questo Sinodo la Chiesa sta dimostrando di non essere “ingessata”: C’è – ha detto la docente -un cambiamento di postura che porta con sé processi e, auspicabilmente, cambiamenti” grazia all'utilizzo di “un linguaggio franco, senza retorica o edulcorazioni, con una comunicazione autentica“.
Migranti
Quello dei migranti è stato un altro dei temi centrali degli interventi mattutini: Paolo Ruffini ha raccontato che i Padri Sinodali erano profondamente commossi quando è stato menzionato il fatto che la maggioranza dei migranti sono giovani.
Abusi
E' stato affrontato anche l'argomento degli abusi sessuali perpetrati da sacerdoti. Il Sinodo si è aperto proprio con una richiesta di perdono per tutte le volte in cui “la Chiesa non è stata all’altezza dei suoi compiti, in tutti gli ambiti”. Quindi “non solo per gli abusi, ma anche per tutte le altre mancanze”. Questi crimini, è stato osservato durante i lavori, inficiano la credibilità della Chiesa agli occhi dei giovani.
Il più giovane uditore
Al briefing con la stampa ha partecipato anche il 21enne, Joseph Cao Huu Minh Tri. Il ragazzo vietnamita detiene il record di uditore più giovane al Sinodo dei vescovi. In conferenza, Minh Tri ha detto: “Per i giovani individuare la propria passione è difficile e viverla è importante. Oggi ci sono milioni di giovani che faticano ad individuare la propria passione e vivere una vita felice, tirati come sono da due estremi. Da un lato non trovano una vera passione e dall’altra vivono quella sbagliata. Ciò impedisce ai giovani di lavorare con dedizione con la conseguenza che gli adulti trovano difficile capire cosa pensano e fanno i giovani. Questa incomprensione è la base di tanti nostri problemi”.