Dura presa di posizione della comunità islamica giapponese contro l’Isis, a pochi giorni dalla minaccia dei jihadisti di giustiziare due ostaggi nipponici. Quelli compiuti dall’autoproclamato Stato islamico “sono imperdonabili atti di crudeltà, che non rientrano nella vera fede musulmana. Prendere ostaggi è un modo di fare indegno, e questi terroristi vanno condannati con la massima forza possibile. Con la loro finta ‘guerra santa’ non fanno altro che distruggere l’islam”.
Secondo quanto riportato da Asianews.it Shigeru Shimoyama, rappresentante dei pochi musulmani del Sol Levante e portavoce della moschea Camii di Tokyo (la più grande del Paese) ha affermato che: “Per la legge di Allah, uccidere anche un solo innocente equivale a distruggere l’umanità intera. Le azioni dei terroristi dello Stato islamico sono in contraddizione con la base della fede musulmana, ovvero il rispetto per la vita umana. Vanno condannati con forza”.
Secondo Shimoyama, inoltre, il Califfato di Al Baghdadi sta “distruggendo la nostra fede. In Giappone, per tanto tempo i musulmani sono stati visti con sospetto e non sono stati capiti. Il rapimento di questi due connazionali non farà altro che alimentare l’idea che l’islam sia una religione per i terroristi. Per questo voglio dire a tutti che le persone che stanno dietro a questo rapimento non sono musulmani”.
In Giappone ci sono circa 170mila musulmani, di cui 100mila autoctoni e 70mila di altre nazionalità. Il culto più diffuso è lo shintoismo (l’84% della popolazione), seguono i buddisti (il 71,4%). I cristiani sono circa il 2%, per la maggior parte protestanti.