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I GIOVANI RELIGIOSI IN VATICANO, BERGOGLIO: “GUARDATEVI DAL NARCISISMO”

MondanitĆ , “chiacchiere”, proselitismo, rigiditĆ  freddezza, narcisismo, perdono. Sono tutti i temi che Papa Francesco ha affrontato in quasi un’ora di discorso, quasi interamenteĀ a braccio, durante l’udienza a circa 5.000 giovani consacrati che si sono riuniti a Roma. Il Pontefice ha esortato i religiosi a pregare e a dialogare con i superiori, senza aver pauraĀ di litigare, perchĆ© anche i primi apostoli litigavano “ma erano aperti allo Spirito Santo che dava loro la capacitĆ  di perdonare”.

“Alcuni giorni fa, in piazza, un sacerdote iracheno si ĆØĀ avvicinato e mi ha dato una croce piccola: era la croce che aveva in mano il sacerdote che ĆØĀ stato sgozzato per non rinnegare GesĆ¹ Cristo. Questa croce la porto qui”. “Vorrei iniziare – ha esordito questa mattina in Aula Nervi – con un pensiero ai nostri martiri dell’Iraq e della Siria, i nostri martiri di oggi. Forse voi ne conoscete qualcuno… alcuni venite anche dall’Iraq e dalla Siria”. Nell’occasione, il Papa ha ripetuto che “i martiri di oggi sono piĆ¹ numerosi dei martiri dei primi secoli”, ed ha suggerito ai presenti di chiedere tutti “la grazia del piccolissimo martirio quotidiano, di quel martirio di tutti i giorni, nel servizio di GesĆ¹ e della nostra vita consacrata”.

“Signore, Ti ringrazio perchĆ©Ā la mia congregazione non ĆØĀ come quella nĆ©Ā come quell’altra”. Papa Francesco ha utilizzato le parole che nel Vangelo raccontano la preghiera falsa del fariseo per descrivere i sentimenti di quei religiosi che si sentono migliori degli altri e cadono appunto nel fariseismo. “GesĆ¹Ā – ha ricordato ai giovani religiosi che partecipano ad un raduno mondiale in Vaticano – ĆØĀ severo con i farisei che erano gli osservanti dei suoi tempi”. “Tutti – ha spiegato – siamo peccatori, ma non in teoria, in pratica: io ricordo i miei peccati e mi vergogno, ma mai il Signore mi ha lasciato solo, nemmeno nei momenti bui della tentazione e del peccato”.

Restando sul tema, il Papa ha poi aggiunto: “uno dei peccati che spesso trovo nella vita comunitaria ĆØĀ Ā l’incapacitĆ  del perdono fra i fratelli e le sorelle, spesso uno dice ‘quella me la pagherĆ …”. Secondo Francesco, poi, l’abitudine di sparlare degli altri anche nei conventi ĆØ “un peccato molto grave” perchĆ©Ā “ĆØ sporcare l’altro: le chiacchiere impediscono il perdono e aiutano a essere piĆ¹ lontani, ad allontanarsi uno dall’altro”.

“Sempre – ha continuato – si chiacchiera nell’oscuro, non nella luce. E l’oscuro e’ il regno del diavolo. CosƬ un religioso o una religiosa che ha consacrato la vita a Dio diventa un terrorista perchĆ© butta nella sua comunitĆ  una bomba che distrugge”. Infine Francesco ha osservato che “uno dei peggiori atteggiamenti di un religioso ĆØĀ il narcisismo”. “Guardatevi – ha raccomandato ai giovani religiosi – da questo: viviamo in una cultura narcisista e sempre abbiamo questa tentazione di rispecchiarci”.

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