I cattolici della Cina si sono ribellati con forza contro il piano del governo 2015, che prevede di ordinare vescovi senza l’approvazione del Papa. Le reazioni sono scattate non appena il “Catholic Online in China” ha pubblicato lo scorso 15 gennaio alcuni articoli sui piani di lavoro dell’Associazione patriottica e dell’Amministrazione statale per gli Affari religiosi.
“Tutto il clero e tutti i fedeli con una coscienza dovrebbero boicottare le ordinazioni illecite e abbandonare l’Associazione patriottica e il Consiglio dei vescovi” è la proposta di uno dei fedeli in protesta. Poiché questo comportamento è contrario alla dottrina cattolica “vi saranno sempre più ordinazioni clandestine, e la situazione diventerà fuori controllo”. Un laico ha scritto una lettera aperta a Wang Zuo’an, direttore della Sara, puntando il dito contro “la politica di interferenza del governo negli affari interni della Chiesa cattolica che dovrebbe essere una realtà di amore: perché le autorità vogliono che diventi caotica, spingendo la comunità dal lato opposto a quello in cui si trova?”.
La rivolta dei cattolici è forte e determinata e invita i vescovi a rimanere in comunione con la Chiesa di Roma; un sacerdote del luogo spiega come i funzionari del governo non abbiano intenzione di collaborare con la Santa Sede e promuoveranno sempre un clero che possa essere controllato e favorevole all’orientamento politico dello Stato. “Non lasciate che le forze del male sopprimano la nostra Chiesa – è l’invito di un laico a tutti i fedeli, presbiteri e vescovi – Non scendete a compromessi. Dobbiamo lottare per la libertà religiosa in Cina”.