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“Ho paura di una guerra nucleare, siamo al limite”

Ha inizio il 22mo viaggio apostolico di Papa Francesco. Destinazione: Cile e Perù. Alle ore 8:55, il boeing dell'Alitalia con a bordo il Santo Padre e il seguito papale, è decollato dall'aeroporto internazionale di Fiumicino per fare rotta verso Santiago del Cile. Sorridente, con la consueta borsa nera tenuta stretta nella mano sinistra ed appoggiandosi con la destra sul corrimano della scaletta dell'aereo, il Pontefice ha raggiunto il portellone di ingresso del Boeing. Arrivato in cima, Bergoglio prima di entrare nell'aereo, ha salutato le due hostess ed il comandante del volo che lo stavano attendendo. Si è quindi voltato verso tutti gli altri presenti per salutarli con un cenno della mano.

Un viaggio che il Pontefice affida alla Vergine Maria, con l'ormai tradizionale omaggio floreale all'icona della Salus Populi Romani, custodita nella basilica di Santa Maria Maggiore, nel centro di Roma. “Vengo come pellegrino della gioia del Vangelo – ha detto il Santo Padre in un videomesaggio indirizzato ai cileni e ai peruviani -, per condividere con tutti 'la pace del Signore' e 'confemarvi nella stessa speranza'”

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“Temo una guerra nucleare”

Alla partenza, Papa Francesco ha fatto distribuire ai 70 giornalisti al seguito una foto scattata a Nagasaki dopo l'esplosione della bomba atomica al termine del secondo conflitto mondiale, con sul retro la sua scritta “Frutto della guerra”. E ha spiegato: “Questa l'ho trovata per caso, é stata scattata nel '45. E' un bambino con il suo fratellino sulle spalle che aspetta il suo turno davanti al crematorio a Nagasaki dopo la bomba. Mi ha commosso quando l'ho vista. Ho pensato, ho osato scrivere solo 'Il frutto della guerra' e poi di farla stampare e condividerla perché un'immagine del genere commuove più di mille parole. E l'ho voluta condividere con voi”. Una giornalista ha dunque chiesto: “Ha paura di una guerra nucleare?”. E il Pontefice: “Si, ho davvero paura. Siamo al limite. Basta un incidente per innescare la guerra. Di questo passo la situazione rischia di precipitare. Quindi bisogna distruggere le armi, adoperarci per il disarmo nucleare”. Poi, salutando i giornalisti, ha concluso: “Vi auguro buon viaggio. Hanno detto all'Alitalia che il volo Roma-Santiago é il volo diretto più lungo che ha la compagnia, 15 ore e 40. Avremo tempo per riposare, lavorare, tante cose. Grazie per il vostro lavoro. Sarà impegnativo: tre giorni in un Paese, tre giorni in un altro. Per me non sarà tanto difficile in Cile, perché ho studiato lì un anno, ho tanti amici, lo conosco bene. Invece il Perù lo conosco meno. Ci sono andato due o tre volte per convegni, incontri. Buon viaggio”.

Attesa in Cile

Come ha affermato il cardinal Ezzati, Arcivescovo di Santiago, “Papa Francesco troverà un Cile molto cambiato, a partire dalla sua struttura politica, nella sua realtà sociale e nella sua densità di vita crisitiana”. Tante le iniziative svolte nei giorni scorsi in preparazione alla visita del Pontefice, dalla Veglia di Preghiera con i giovani, alla Messa d'Invio. Tra i momenti più salienti del viaggio, l'incontro con gli indigeni sudamericani. Bergoglio, infatti, sia in Cile che in Perù, pranzerà, in privato, con un ridotto gruppo di rappresentanti delle popolazioni indigene, storicamente perseguitate, discriminate, impoverite e private dei loro diritti. 

Altissimi i livelli di sicurezza. Nei giorni scorsi, infatti, a Santiago sono scoppiate diverse rivolte contro la visita del Papa: sono state assaltate delle chiese, la Nunziatura è stata occupata, e non sono mancate delle minacce dirette alla figura del Pontefice: “Papa Francesco, le prossime bombe saranno sotto il tuo abito talare”. Ma mons. Hector Vargas, vescovo di Temuco, ai microfoni della Radio Vaticana ha rassicurato: “Sono piccoli gruppi fortemente ideologizzati: li conosciamo bene. Ma non è questo il sentire della popolazione cilena. Sono persone, pochissimi, che fanno molto rumore. Noi siamo abituati a questo, non solamente per la visita del Papa, ma anche riguardo a tante altre cose. Il Cile aspetta il Pontefice con molto affetto e soprattutto con molta fede e speranza”.

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Un viaggio non semplice

Il significato più importante di questo viaggio, secondo il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, “è sempre l’incontro con le Chiese, è sempre l’incontro con la comunità cristiana”. Chiese vivaci, ha rimarcato, ma con importanti sfide davanti. Due in particolare: “La prima è la sfida della popolazione indigena: qual è il ruolo, qual è il contributo di queste popolazioni. Poi, il tema della corruzione, che impedisce il superamento della povertà e della miseria”. “Credo che sarà un viaggio non semplice ma sarà davvero un viaggio appassionante”.

Mattarella: “Una visita dal significato profondo”

Nel momento di lasciare il territorio italiano alla volta del Cile e del Perù, il Papa ha fatto pervenire al presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, un telegramma in cui spiega che l’obiettivo del viaggio è “sostenere la missione della Chiesa locale e portare un messaggio di speranza”. Al telegramma, il Pontefice unisce “fervidi auspici per il benessere spirituale, civile e sociale del popolo italiano”. Immediata la risposta dal Quirinale:  “Santità, il graditissimo messaggio che mi ha inviato in occasione della Sua partenza per il Cile e il Perù – del quale La ringrazio – mi offre l’opportunità di inviarLe, anche a nome degli italiani tutti, i più sentiti auguri di buon viaggio”. “L’Italia e la comunità internazionale – si legge nel telegramma in cui Mattarella esprime a Francesco la 'profonda e sincera stima del popolo italiano e mia personale' – sono consapevoli del profondo significato di speranza di questa sua visita apostolica in due Paesi profondamente influenzati da antiche culture e dalle radici popolari che ne animano la tradizione cattolica. La Sua presenza costituirà per il Cile e il Perù la più alta testimonianza dell’attenzione della Chiesa per la costruzione di società più eque e giuste”.

Il programma

L’arrivo a Santiago del Cile è previsto alle 20:10 (ora locale). Lì si terrà la cerimonia di benvenuto. Martedì 16, alle 8:30, Francesco incontrerà autorità, società civile e corpo diplomatico nel Palacio de la Moneda. Alle 9:00, è prevista la visita al presidente del Cile, Michelle Bachelet. Alle 10:30 la celebrazione della Santa Messa nel Parque O’Higgins. Nel pomeriggio visiterà il carcere femminile di Santiago. In cattedrale, alle 17:15, incontrerà sacerdoti, religiosi e seminaristi, nella sagrestia i vescovi cileni. In serata si recherà in visita privata al santuario di San Alberto Hurtado, dove troverà ad attenderlo i sacerdoti della Compagnia di Gesù. Mercoledì 17, Francesco si sposterà da Santiago a Temuco, dove, alle 10:30, celebrerà la Messa nell’aeroporto di Maquehue. Dopo la celebrazione è previsto il pranzo con alcuni abitanti della regione dell’Aracaunia nella casa “Madre de la Santa Cruz”. Nel pomeriggio, il ritorno a Santiago e alle 17:30 incontrerà i giovani nel santuario di Maipu. Poi, in serata, la visita alla Pontificia Università Cattolica del Cile. Giovedì 18 tappa a Iquique: alle 11:30 presiederà la Messa nel Campus Lobito; quindi il pranzo con il seguito papale nella “Casa de retiros del Santuario Nuestra Señora de Lourdes” dei Padri Oblati.

Nel pomeriggio, il trasferimento a Lima, in Perù, dove sarà accolto con la cerimonia di benvenuto. Nel giorno successivo, venerdì 19, alle 8:30, Francesco incontrerà autorità, società civile e corpo diplomatico nel Cortile d’Onore e, subito dopo, nel Palazzo del Governo il presidente Pedro Pablo Kuczynski. Alle 12:00, a Maldonado, il Papa troverà i popoli dell’Amazzonia nel Coliseo Regional Madre de Dios e, alle 13:00, la popolazione locale nell’Istituto Jorge Basadre. Con i loro rappresentanti pranzerà nel Centro Pastorale Apaktone. Nel pomeriggio, prima di rientrare a Lima, visiterà l’ ”Hogar Principito”. Nella capitale, in serata, è previsto l’incontro privato con i membri della Compagnia di Gesù, nella chiesa di San Pedro. Sabato 20, il Pontefice si sposterà a Trujillo, dove presiederà la celebrazione eucaristica sulla spianata costiera di Huanchaco. Al termine del rito il giro in papamobile nel quartiere “Buenos Aires”. Alle 15:00 la visita alla cattedrale. Mezz’ora dopo incontrerà religiosi, sacerdoti e seminaristi delle circoscrizioni ecclesiastiche del nord del Perù, nel Colegio Seminario SS. Carlos y Marcel. Nel pomeriggio è prevista la celebrazione mariana nella Plaza de Armas. Alle 18:15, il Bergoglio ritornerà a Lima. Domenica 21, ultimo giorno del viaggio, in mattinata reciterà la preghiera dell’ora media con le religiose di vita contemplativa nel Santuario del Señor de los Milagros. Alle 10:30 il momento della preghiera alle reliquie dei santi peruviani nella cattedrale di Lima, poi, nel palazzo arcivescovile incontrerà i presuli del luogo. A mezzogiorno la preghiera dell’Angelus nella Plaza de Armas e nel pomeriggio celebrerà la Messa nella base aerea “Las Palmas”. Alle 18:30 la cerimonia di congedo in aeroporto e la partenza per Roma

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