Allarme “rosa” ad Haiti nell’attuale crisi politica e di sicurezza del paese. Continua a crescere drammaticamente la violenza contro le donne nell’isola caraibica. Ad Haiti, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides, c’è stato un aumento preoccupante nei casi di stupro e violenza di genere (GBV) perpetrate da gang spietate come strumenti ordinari per torturare e controllare le vittime. Nei quartieri controllati dalle gang e in particolare nei campi per sfollati interni l’Onu segnala una media di 40 vittime di stupro al giorno. Molti casi non vengono denunciati. Attualmente ci sono più di 700.000 sfollati ad Haiti, metà di loro bambini. Uno su quattro vive in campi improvvisati nella capitale Port-au-Prince. Spesso si tratta di scuole, chiese o edifici governativi sovraffollati e dove l’accesso ai servizi di base, ai generi alimentari o all’assistenza sanitaria è limitato o nullo. I campi sono spesso situati in aree controllate da gang. E ciò rende l‘accesso agli aiuti particolarmente difficile. Ad Haiti le organizzazioni per i diritti umani haitiane lanciano costantemente l’allarme sulla violenza contro donne e ragazze in un paese che il più delle volte ne ignora diritti, bisogni e potenziale. Questa violenza è palese nei campi di sfollati interni.
Sos “rosa” ad Haiti
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, le donne e le ragazze nei campi sono particolarmente a rischio. E lo stupro è “utilizzato nella maggior parte dei campi come tattica deliberata per controllare il loro accesso all’assistenza umanitaria”. Circa il 90% delle donne che vivono nei campi non ha una fonte di reddito. E molte sono costrette a prostituirsi per ottenere cibo, acqua, un posto dove dormire o semplicemente per usare il bagno. Due settimane fa è stato distrutto l’ospedale Bernard Mevs di Port-au-Prince l’unico centro di traumatologia neurologica di Haiti. Le minacce contro l’ospedale erano iniziate a inizio dicembre, quando il personale era stato costretto a trasferire i pazienti presenti nella struttura.