Haiti nel caos. L’agenzia missionaria vaticana Fides rilancia la testimonianza di padre Massimo Miraglio, missionario Camilliano parroco di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso nella remota località di Purcine. Le notizie che arrivavano dalla capitale Port au Prince negli ultimi mesi descrivono un contesto infernale, tra continue sparatorie e violenze tra gang armate. “I problemi rimangono enormi, la gente vive comunque in una città allo sbando – racconta il missionario-. Il problema degli sfollati rimane enorme – spiega il missionario. Non dimentichiamo che ci sono almeno centomila sfollati che hanno lasciato le loro abitazioni per trovare rifugi in tendopoli molto precarie. E che molti hanno dovuto lasciare la capitale per trovare rifugi in provincia. Altrettanto grave è la questione alimentare. Non ci sono container che entrano sull’isola e, malgrado gli sforzi del World Food Program di distribuire cibo, non basta. Inoltre tutte le strutture sono state distrutte, vandalizzate soprattutto quelle mediche che quindi sono chiuse, i servizi completamente indisponibili. Timidamente cominciano ad aprire qualche ambasciata e qualche ufficio.”
Sos Haiti
Aggiunge padre Massimo Miraglio: “Un secondo aspetto da considerare riguarda la missione Onu. In quest’ultima settimana c’è stata un’accelerazione della preparazione della missione delle Nazioni Unite. Aerei dell’aeronautica militare, provenienti dal sud degli Stati Uniti, hanno portato materiale inizialmente bellico per dotare la polizia di Port au Prince e l’esercito di nuove armi. A seguire è arrivato materiale per la costruzione di una base vicino all’aeroporto di Port au Prince, che dovrebbe ospitare il primo gruppo di Kenioti attesi entro la fine del mese. Si prevede che nelle prossime settimane dovrebbero esserci decine di voli in arrivo dagli Stati Uniti, sempre dell’aeronautica militare, con materiale edile e personale specializzato per la costruzione di questa base e per il controllo della sicurezza di queste prime installazioni Onu”.
Instabilità
Prosegue il missionario: “Accanto alla missione delle Nazioni Unite, che è quindi una missione di polizia internazionale in affiancamento alla polizia e all’esercito haitiano nel riportare la pace, la stabilità in Haiti, la lotta contro le gang, non può mancare un piano per sostenere la popolazione. Se da una parte è urgente un intervento militare per riportare la pace a stabilità, dall’altra sono urgentissimi anche gli aiuti umanitari ad una popolazione ormai stremata da mesi e mesi di violenza, lotte, instabilità. E’ assolutamente prioritario pensare all’azione di polizia militare, internazionale, per portare stabilità ma è altrettanto urgente avviare massicce distribuzioni di cibo e di generi di prima necessità”.