Haiti, la Chiesa in soccorso dei fragili

Haiti

Mons. Pierre-André Dumas. Foto: Vatican News

Haiti nel caos. Il camilliano padre Erwan, missionario dei Ministri degli Infermi racconta da Port au Prince la tragedia che continua ad asserragliare la popolazione.  E riferisce all’agenzia missionaria vaticana Fides: “Le bande diventano ogni giorno più armate e più feroci, siamo asserragliati dentro l’ospedale, con la speranza che non ci assaltino. Non possiamo uscire per acquistare cibo o farmaci per le persone che ospitiamo, bambini disabili, malati, parenti dei ricoverati e il personale medico e infermieristico”. Prosegue il missionario camilliano: “Ci hanno consentito, previo pagamento del pizzo, di uscire una sola volta con l’ambulanza per acquistare 30 bombole di ossigeno per i ricoverati e per gli interventi chirurgici. La situazione è ogni giorno più pericolosa!”. Padre Erwan è l’economo del Foyer San Camillo ed è presente insieme al suo confratello padre Robert, che è il direttore. Il Foyer si trova a La Plaine, nel comune di Croix de Bouquet, uscita nord della Capitale Port au Prince.

Haiti. Foto: Vatican News

Haiti in fiamme

“Penso alla tragedia che sta vivendo il popolo haitiano e che precipita ogni giorno più in fondo al baratro nell’indifferenza mondiale – afferma padre Antonio Menegon– . Nessuno ne parla, peggio ancora nessuno interviene e con quel poco che possiamo fare cerchiamo di essere presenti per aiutare i tanti ‘fantasmi’ haitiani a vivere nonostante il silenzio intorno a loro“. Il sacerdote è responsabile della onlus Camilliana Madian Orizzonti. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite nelle ultime settimane sono scappate dalla capitale oltre 50mila persone. Si aggiungono a oltre 100mila profughi già presenti nel sud di Haiti. Le violenze delle bande armate hanno spinto circa 53mila persone a lasciare la capitale nelle ultime tre settimane. Un rapporto è stato pubblicato al riguardo dall‘Organizzazione internazionale per le migrazioni. Più della metà sono dirette verso il sud del Paese che già ospita 116mila persone fuggite in precedenza.

Giacomo Galeazzi: