Alla Pontificia Università Gregoriana si è svolto ieri un webinar. Su Giovanni Paolo II e la Chiesa in Unione Sovietica. A 30 anni dalla dissoluzione dell’Urss. E’ stato presentato il volume curato sul tema da Jan Mikrut. Ordinario alla Gregoriana nella facoltà di Storia della Chiesa. Il volume ripercorre il contributo di Papa Wojtyla alla rinascita del cattolicesimo.
Annientamento
30 anni anni fa l’Accordo di Belaveza sanciva la dissoluzione dell’Urss. Quindici Repubbliche sorte dall’implosione dell’Unione Sovietica. E cioè Estonia. Lettonia. Lituania. Bielorussia. Ucraina. Moldavia. Georgia. Armenia. Azerbaigian. Kazakhstan. Uzbekistan. Turkmenistan. Kirghizistan. Tagikistan. E Federazione Russa. La Chiesa cattolica era stata portata sull’orlo dell’annientamento. Nei suoi tre riti. Latino. Greco-cattolico. Armeno.
Viaggi
La storia voltava pagina nel mezzo del pontificato di Giovanni Paolo II (1978-2005). Karol Wojtyla promosse un cammino di rinascita cattolica in questi Paesi. Anche grazie ai suoi viaggi apostolici. Cinque dei quali nell’ex Urss. Repubbliche baltiche (1993). Georgia (1999). Ucraina (2001). Kazakhstan e Armenia (2001). Azerbaigian (2002).
Programma alla Gregoriana
Il webinar di ieri è stato aperto da padre Nuno da Silva Gonçalves. Rettore della Pontificia Università Gregoriana. Poi gli interventi. Il cardinale Leonardo Sandri. Prefetto della Congregazione per le Chiese orientali. Il cardinale Sigitas Tamkevičius. Arcivescovo emerito di Kaunas. L’arcivescovo metropolita Ioann (Roshchin) della Chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca. Infine il curatore del volume, il professor Jan Mikrut.