Una due giorni di incontri, con incontri, festa, occasione per incontrare alcuni amici e ascoltare l’invito a guardare sempre avanti con la speranza nel cuore. Sono stati questi gli ingredienti della prima Giornata Mondiale dei Bambini che si è svolta a Roma il 26-27 maggio tra lo Stadio Olimpico e piazza San Pietro in Vaticano. Migliaia i bambini provenienti da tutto il mondo, impegnati in attività che esaltano la pace, la solidarietà e la speranza.
Abbiamo incontrato un gruppo di 360 persone dell’Ufficio Regionale Scolastico della Toscana. Sono giunti a Roma con due treni speciali e hanno dormito in nave a Civitavecchia.
Tempi stretti dopo la Santa Messa di domenica, ma sono stati disponibili nel raccontarci la loro esperienza proprio mentre in treno stavano facendo ritorno.
«I bambini sono stati entusiasti, emozionati – racconta Laura Debolini – dirigente dell’Istituto Comprensivo Statale Magiotti di Montevarchi (Arezzo) – sia perché molti di loro non avevano mai visto i luoghi dove siamo stati, sia perché si sono sentiti veramente protagonisti: si percepiva chiaramente che loro erano gli interlocutori».
Un’esperienza resa possibile grazie alla sensibilità e alla lungimiranza dell’intero Ufficio Scolastico Regionale della Toscana con il suo direttore Ernesto Pellecchia e con la responsabile del progetto Ginepri. «Credo che l’ufficio scolastico abbia colto perfettamente l’intento del Dicastero che ha promosso l’iniziativa – continua ancora Debolini – che pur essendo un ente confessionale abbia proposto temi universalmente condivisibili e che tocchino il cuore della nostra azione educativa di adulti e docenti. Infatti sia i docenti che i genitori del gruppo hanno condiviso l’emozione di essere comunità e comunità educante, quello che ogni giorno ci impegnano a fare in un dialogo non sempre limpido in questi 2 giorni lo abbiamo toccato con mano, l’impegno adesso è di renderlo efficace nei giorni e mesi futuri…. in attesa di settembre 2026».
Una frase da portare nel viaggio di ritorno
«La frase che più ci è rimasta impressa – racconta papà Filippo – è ovviamente quella riportata da Elisabetta: “Voi fate nuove tutte le cose”. Sono i bambini il futuro che può rinnovarsi e cogliere l’occasione per migliorarsi grazie agli insegnamenti di Gesù, alla bontà del Padre, all’accompagnamento dello Spirito e all’abbraccio materno di Maria. E’ stato bella la sintesi catechetica che Papa Francesco ha fatto sottolineando a tutti i bambini in piazza San Pietro che con la Trinità e la Madonna, si piò fare tutto».
Un aneddoto da condividere
«E’ stato illuminante vedere come i bambini ci possono insegnare ad essere più attenti alle cose importanti: quando noi adulti vediamo solo la stanchezza ed il disagio, le navette che ti lasciano più lontano di quello che speravi, i tempi che non si incastrano in modo preciso, perfetto e noi ci sentiamo frustrati e arrabbiati. Loro invece se ne sono fregati di tutto, tranne che delle cose belle. Si sono messi un filtro sugli occhi e sul cuore e hanno fatto passare solo le cose buone»