GLI ORTODOSSI SI PREPARANO ALLA PASQUA: IL MESSAGGIO DI BARTOLOMEO I

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“Mentre noi con gioia festeggiamo la Resurrezione del Signore, quale realtà di vita e di speranza, attorno a noi, nel mondo, sentiamo le grida e le minacce della morte, che lanciano da molti punti della terra, coloro i quali credono di poter risolvere le differenze degli uomini con l’uccisione degli avversari, fatto che costituisce anche la più grande dimostrazione della loro debolezza” così il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, si rivolge al mondo ortodosso in attesa della Pasqua che verrà celebrata domenica prossima.

Nel testo, il patriarca riflette sulle tante situazioni di guerre e conflitti che si vivono oggi nel mondo, per ribadire che “il male viene vinto attraverso il bene e mai attraverso il male”. Infatti, scrive Bartolomeo I, “attraverso la provocazione della morte del prossimo, attraverso la vendetta contro l’altro, il diverso, il mondo non migliora, né si risolvono i problemi degli uomini”. “I problemi – ha sottolineato – si risolvono in verità col riconoscere e l’onorare il valore della persona e col rispetto dei suoi diritti. Al contrario invece, i problemi di ogni sorta vengono provocati e inaspriti dal disprezzo della persona umana e dalla violazione dei suoi diritti, soprattutto del debole, il quale deve poter sentirsi sicuro ed il forte deve essere giusto perché ci sia pace”.

“Cristo è risorto dai morti” annuncia il patriarca di Costantinopoli pensando alla Pasqua, “e ha dimostrato in questo modo l’impossibilità della morte di prevalere e di provocare un mutamento costante nel mondo. Le situazioni createsi con la morte sono controvertibili, poiché, malgrado gli eventi, sono momentanee, non hanno radice e linfa, mentre è sempre presente invisibilmente, colui che ha vinto la morte per sempre, Cristo”. “Noi, che abbiamo la nostra speranza in Lui, crediamo che il diritto della vita appartenga a tutti gli uomini”, per questo aveva anche sottolineato nel messaggio quaresimale: “Per assaporare veramente la Pasqua con tutti i Santi” e “raggiungere quella somiglianza con Dio per la quale l’uomo è stato creato” tutti i fedeli devono vivere “chiedendo perdono” e “diventando santi attraverso la conversione davanti a Dio e agli uomini”, confessare la propria “umana imperfezione e debolezza e nullità davanti a Dio” e “cambiare vita”.

don Marco Mondelci: