Il mandato del Papa agli infermieri nel contrasto della pandemia. L’assistenza dei malati come missione. Un “elogio” di infermieri e ostetriche, “buoni samaritani” e “servitori della vita”. E’ il senso del Messaggio che papa Francesco ha inviato in occasione della Giornata internazionale degli infermieri. “Ogni giorno, a contatto con gli ammalati, gli operatori sperimentano il trauma che la sofferenza provoca nella vita di una persona. Sono uomini e donne che hanno scelto di rispondere sì a una vocazione particolare. Quella di essere buoni samaritani che si fanno carico della vita e delle ferite del prossimo. Custodi e servitori della vita. Mentre somministrano le terapie necessarie, infondono coraggio, speranza e fiducia“.
La missione degli infermieri
“Ampliare le competenze infermieristiche. Sia dal punto di vista del numero dei professionisti. Sia, soprattutto, sul versante delle specializzazioni e delle capacità di programmazione del sistema. Riformando i percorsi di formazione”. Ne segnala l’opportunità la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi). In un documento, riferisce il Sir, che verrà presto inviato a governo e Parlamento. E i cui contenuti sono stati anticipati in sintesi nell’audizione alla Commissione Affari sociali della Camera.
Nuovi standard
Secondo Fnopi, è indispensabile “risolvere la cronica e grave carenza infermieristica. Da anni denunciata dalla Federazione che la quantifica in almeno 53 mila unità. Ma non a tempo determinato e con contratti flessibili. Cifra questa che non equipara ancora il nostro Paese ai partner europei. Perché ci sia un vero cambiamento e il sistema si modelli sui nuovi standard e sulle nuove esigenze- commenta Barbara Mangiacavalli, presidente della Fnopi– si deve dare valore alle nuove competenze che gli infermieri hanno sviluppato. Non si devono solo ‘spendere risorse’ per far funzionare il sistema. Ma anche ‘nuove competenze’. Ora bloccate da meccanismi. Che ancora seguono la regola ormai obsoleta e vecchia di decine e decine di anni. Di chi fa cosa senza tenere conto della qualità e della formazione acquisita. La resilienza del Servizio sanitario nazionale passa soprattutto per la valorizzazione e l’avanzamento delle competenze infermieristiche. E l’innovazione delle politiche di tutti i professionisti sanitari e dei modelli organizzativi. Ma per farlo davvero bisogna avere il coraggio di cambiare. E il Piano nazionale di ripresa e resilienza è una grande opportunità da non sprecare”.