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Giubileo delle forze armate e di polizia, l’impegno per essere costruttori di pace

Le celebrazioni vedono la partecipazione di coloro che, indossando la divisa, fanno risplendere la speranza

L’otto e il nove febbraio si tengono le celebrazioni del Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza. L’evento raduna a Roma coloro che servono il proprio Paese, la comunità internazionale e la causa della pace vestendo la divisa.

La speranza cristiana

“Le forze dell’ordine – militari e polizia – hanno per missione di garantire un ambiente sicuro, affinché ogni cittadino possa vivere in pace e serenità”. Con queste parole, il 30 aprile 2016, Francesco accoglieva in piazza San Pietro, i militari e le forze di Polizia, riuniti per il Giubileo straordinario della Misericordia. Nelle sue parole l’esortazione a divenire, nella loro professione “strumenti di riconciliazione, costruttori di ponti e seminatori di pace” ma anche l’invito, “di fronte alle sfide di ogni giorno”, a far “risplendere la speranza cristiana”. E proprio alla speranza papa Francesco ha voluto dedicare il grande Giubileo ordinario, da lui stesso aperto la sera dello scorso 24 dicembre.

I partecipanti

Secondo i dati resi noti dalla sala stampa vaticana, sono circa trenta mila gli iscritti all’evento di oggi e di domenica, il secondo, dopo quello degli operatori della comunicazione, in ordine di tempo. Di questi, venti mila sono italiani, gli altri giungono soprattutto da Spagna, Stati Uniti, Slovacchia, Slovenia, Ucraina, Francia, Brasile, Croazia, Colombia, Paraguay, Indonesia, Argentina, Svizzera, Austria, Lituania, Belgio, Paesi Bassi, Ecuador, Irlanda, Australia, Nuova Zelanda. Oltre alle forze militari, di polizia e di sicurezza, parteciperanno al Giubileo tutti gli appartenenti ai vigili urbani, gli operatori di sicurezza, i veterani, le diverse associazioni militari, accademie militari, cappellanie e ordinariati militari, ovviamente insieme ai loro famigliari. Inoltre, anche se impegnati nella sicurezza del Papa e piazza san Pietro, saranno presenti le delegazioni delle Guardie svizzere, della Gendarmeria e del corpo dei Vigili del fuoco vaticani. Sempre la sala stampa ha reso noto che potranno celebrare il Giubileo anche i militari impegnati, per molti mesi, in mare o in situazioni difficili e particolari e quindi lontani dalle loro case.  “Non sono state aperte delle vere e proprie ‘Porte Sante’ – ha detto ieri mons. Sergio Siddi, vicario generale dell’Ordinariato militare in Italia – ma nelle cappelle presenti all’interno delle imbarcazioni c’è la possibilità di vivere un momento di preghiera e di speranza in questo senso. Nel mondo, poi, molte cappelle dedicate al mondo militare, a volte costituite da una semplice tenda, sono divenute “chiese giubilari”.

Le dichiarazioni

“Per noi militari, e soprattutto fedeli – dice al Sir Marco, 40enne di Napoli, operativo nella Marina Militare di Roma – il “nostro” Giubileo ha un significato enorme. È un appuntamento che ci aiuta a vivere in fratellanza, rendendoci più vicini alla Parola di Dio. Sono convinto che la fede, la speranza e la carità debbano sempre alimentare la nostra vita, supportandola con la preghiera per poter svolgere la nostra missione di militari mettendo sempre al centro l’uomo” “La dimensione del pellegrinaggio – riprende Marco – deve caratterizzare la vita e la missione degli uomini e delle donne delle Forze Armate e di Polizia, segnando il cammino di fede di ciascuno di noi, sempre protesi ad aiutare quanti incontriamo nel nostro percorso, anche quando ci troviamo impegnati in compiti molto delicati, sia in Italia che in determinati teatri operativi all’estero. Inoltre – aggiunge – il nostro compito è proprio quello di proteggere e aiutare, ma soprattutto dare speranza a chi la speranza spesso l’ha persa, ma che però può ritrovarla nonostante tutte le avversità e difficoltà, grazie anche all’aiuto che possiamo dare noi”. Marco è stato impiegato in più missioni di supporto alla pace, tra le quali Afghanistan e Libia. “Ho sempre portato con me un Vangelo, nella tasca e nel mio cuore. In particolare, faccio miei alcuni versetti del salmo 22: ‘Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla… Se dovessi camminare in una valle oscura non temerei alcun male perché tu sei con me’. Il Vangelo e i versetti di questo salmo in particolare sono sempre state le ‘mie armi più forti’, grazie alle quali ho potuto affrontare scenari sia difficili che più tranquilli”. Da qui l’invito a tutti “i miei colleghi a fare ricorso alla preghiera: una preghiera forte che possa difendere e dare speranza sempre a noi innanzitutto e poi e alla nostra amata Patria”.

Le parole di Giuseppe Tiani

Insieme ai militari, come pellegrini sia in piazza che verso la porta santa, ci saranno i rappresentanti delle forze di sicurezza e di polizia. “I poliziotti per il delicato lavoro che svolgono, guardano con speranza al Giubileo Universale voluto da Papa Francesco – dice al Sir Giuseppe Tiani, Segretario Generale del Siap (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia) – e confidano nella rinascita e pratica quotidiana dei valori fondanti della verità, libertà, giustizia, pace e carità per un nuovo umanesimo. La cifra del nostro impegno come sindacato che rappresenta uomini e donne della Polizia di Stato – prosegue Tiani – è la cultura Democratica per la sicurezza e la legalità. Ritengo irrinunciabile il rispetto della dignità di ogni persona per il bene comune, la sussidiarietà e solidarietà fraterna per i diritti umani, nella speranza di una rinnovata pratica d’intendere l’umanesimo, specie in una fase del mondo e del paese così incerta e preoccupante”. “Confidiamo e speriamo – conclude Tiani – che lo spirito dell’enciclica Populorum Progressio di Papa Paolo VI nel 1967, sia una guida che porti ogni persona e gli uomini che decidono le sorti del mondo e di interi Paesi a rispettare i valori inalienabili della vita e libertà di ogni essere umano, attraverso il rispetto della legge e la pratica della legalità e delle fedi per lo sviluppo di ogni popolo”.

Fonte: Agensir

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