“Dopo il feroce attacco terroristico di Karak, che ha provocato tanto dolore in tutta la Giordania, la Chiesa cattolica ha preso la decisione di cancellare i festeggiamenti collegati alla solennità del Santo Natale. Celebreremo solo le Sante Messe, non ci saranno prima e dopo momenti e iniziative di festa, in segno di lutto e di solidarietà con le vittime dell’attacco terrorista”. E’ l’annuncio dato dal Vicario patriarcale per la Giordania del Patriarcato latino di Gerusalemme, l’Arcivescovo Maroun Lahham, tramite l’Agenzia Fides, l’organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie.
Domenica 18 dicembre scorso un commando di terroristi, armati di fucili e cinture esplosive, hanno aperto il fuoco sui turisti in visita al castello crociato di Karak, nota meta turistica della Giordania posta 120 km a sud di Amman. Nell’attacco erano morte 14 persone: 7 poliziotti, 3 civili – ovvero una turista canadese e due giordani – e quattro assalitori. Una dozzina di persone che erano state prese in ostaggio dai militanti islamici, erano poi state liberate dalle teste di cuoio dopo un drammatico assedio durato molte ore. L’attacco non è stato rivendicato, ma si teme il coinvolgimento del sedicente Stato Islamico.
I Vescovi cattolici hanno fatto giungere l’indicazione sulla sospensione dei festeggiamenti a tutte le comunità e le parrocchie del Regno Hascemita, Stato in prima linea contro il terrorismo islamico che sta combattendo insieme alla coalizione internazionale. La Giordania è una monarchia costituzionale il cui attuale re attuale è Abd Allah II, figlio del popolarissimo Husayn, morto nel 1999. Il 92% dei sei milioni di abitanti, secondo stime del 2001, è composta da musulmani sunniti e ben il 6% da cristiani, in maggioranza greco-ortodossi, ma anche cattolici, ortodossi-siriani, copti, armeni apostolici e protestanti. Generalmente i rapporti tra i vari leader religiosi sono molto pacifici.
Lo scorso 9 settembre, i Capi e i rappresentanti di tutte le Chiese e le comunità ecclesiali del Medio Oriente (riuniti ad Amman nella loro XI Assemblea) avevano espresso apprezzamento per le iniziative di istituzioni e leader musulmani della regione “che si sono impegnati nel rifiuto dell’estremismo e della violenza, hanno affermato il rispetto della diversità, e hanno riconosciuto il ruolo della componente cristiana come fattore originale e fondamentale della civiltà araba e dell’intera regione, invocando che tale fattore sia preservato”.