Convenzione di Ginevra e Magistero dei rifugiati

L’estendersi dei conflitti e il processo di decolonizzazione portarono all’integrazione dei quattro documenti iniziali del 1949 mediante protocolli aggiuntivi, adottati negli anni successivi

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Palazzo dell'ONU a Ginevra, Svizzera. Foto di Mathias Reding su Unsplash
La Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati è il documento internazionale fondamentale che regola ancor oggi l’approccio degli Stati nei confronti di chi cerca accoglienza a causa di situazioni insostenibili nel Paese d’origine. Firmata da 144 Stati contraenti, la Convenzione definisce il termine di “rifugiato” e specifica tanto i diritti dei migranti forzati quanto gli obblighi legali di protezione da parte degli Stati. Alla vigilia dell’anniversario delle quattro Convenzioni di Ginevra, Papa Francesco è tornato a sottolineare quanto, ancora oggi, sia fondamentale proteggere e tutelare tutti coloro che sono coinvolti nei conflitti armati, in modo particolare i civili inermi. Nel 1949 a Ginevra furono adottate quattro Convenzioni per regolamentare la condotta di guerra, revisionando i precedenti accordi internazionali. Le quattro Convenzioni di Ginevra impegnano gli Stati contraenti ad assicurare una protezione adeguata ai civili coinvolti nei conflitti e a riservare un determinato trattamento minimo ai prigionieri di guerra e ai feriti delle forze armate. Le Convenzioni furono ratificate da 61 Stati che favorirono la successiva ratifica da parte di altre nazioni. L’estendersi dei conflitti e il processo di decolonizzazione portarono poi all’integrazione delle quattro Convenzioni mediante protocolli aggiuntivi, adottati negli anni successivi.
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Foto di Markus Spiske su Unsplash

Ginevra e il Papa

“Le Convenzioni di Ginevra impongono limiti all’uso della forza e sono volti alla protezione di civili e prigionieri in tempo di guerra”, ha detto il Pontefice al termine dell’Angelus domenicale in piazza San Pietro. Un accorato appello sulle condizioni in cui sono costrette a vivere le popolazioni dei Paesi martoriati dalla guerra. Affinché gli Stati siano “sempre più consapevoli della necessità imprescindibile di tutelare la vita e la dignità delle vittime dei conflitti armati”. Il Papa sottolinea l’importanza di tali strumenti giuridici internazionali e invita a rispettarli. “Tutti sono tenuti a osservare i limiti imposti dal diritto internazionale umanitario, proteggendo le popolazioni inermi e le strutture civili, specialmente ospedali, scuole, luoghi di culto, campi-profughi”, esorta Francesco. Evidenziando “che la guerra e il terrorismo sono sempre una grave perdita per l’intera umanità. Sono la grande sconfitta umana”.