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Giacarta, il Papa alle autorità: “La diversità è ricchezza e fonte di unità”

Da Giacarta, in Indonesia, il Papa ha parlato di dialogo interreligioso e pace alle Autorità e al Corpo Diplomatico nel primo discorso del suo 45esimo viaggio apostolico

Dopo aver celebrato la Santa Messa in privato, Papa Francesco si è trasferito in auto al Palazzo Presidenziale Istana Merdeka di Giacarta, in Indonesia, per la Cerimonia di benvenuto e la visita di cortesia al Presidente dell’Indonesia. Al Suo arrivo il Papa è stato accolto dal Presidente della Repubblica d’Indonesia, S.E. il Sig Joko Widodo. Un gruppo di bambini esegue una danza di benvenuto. Dopo la Guardia d’Onore, l’esecuzione degli inni e l’Onore alle Bandiere, ha luogo la presentazione delle rispettive Delegazioni. Al termine, il Presidente della Repubblica e il Papa si è recato nella Credential Hall per la firma del Libro d’Onore e la foto ufficiale e, successivamente, ha raggiunto la veranda per l’incontro privato. Quindi il Santo Padre e il Presidente si sono recati nel Palazzo Presidenziale Istana Negara per l’Incontro con le Autorità, la Società Civile e il Corpo Diplomatico. Pubblichiamo di seguito il discorso che Papa Francesco ha rivolto ai presenti nel corso dell’Incontro con le Autorità, la Società Civile e il Corpo Diplomatico.

Il discorso del Papa al corpo diplomatico

Signor Presidente, distinte Autorità, illustri Rappresentanti della società civile, Membri del Corpo Diplomatico! Ringrazio cordialmente Lei, Signor Presidente, per il gradito invito a visitare il Paese e per le sue gentili parole di saluto. Rivolgo al Presidente eletto il mio più sentito augurio per un fruttuoso lavoro al servizio dell’Indonesia, immenso arcipelago di migliaia e migliaia di isole bagnate dal mare che collega l’Asia all’Oceania. Si potrebbe quasi affermare che, come l’oceano è l’elemento naturale che unisce tutte le isole indonesiane, così il mutuo rispetto per le specifiche caratteristiche culturali, etniche, linguistiche e religiose di tutti i gruppi umani di cui si compone l’Indonesia è il tessuto connettivo indispensabile a rendere unito e fiero il popolo indonesiano.

Importanza della diversità e dell’armonia

Il vostro motto nazionale “Bhinneka tunggal ika” (“Uniti nelle diversità”, letteralmente “Molti, ma uno”) manifesta bene questa realtà multiforme di popoli diversi saldamente uniti in una sola Nazione. E inoltre mostra che, come la grande biodiversità presente in questo arcipelago è fonte di ricchezza e splendore, analogamente le differenze specifiche contribuiscono a formare un magnifico mosaico, nel quale ogni tessera è insostituibile elemento per comporre una grande opera originale e preziosa. L’armonia nel rispetto delle diversità si raggiunge quando ogni visione particolare tiene conto delle necessità comuni e quando ogni gruppo etnico e confessione religiosa agiscono in spirito di fraternità, perseguendo il nobile fine di servire il bene di tutti. La consapevolezza di partecipare a una storia condivisa, nella quale ciascuno porta il proprio contributo e dove è fondamentale la solidarietà di ogni parte verso il tutto, aiuta a individuare le giuste soluzioni, a evitare l’esasperazione dei contrasti e a trasformare la contrapposizione in fattiva collaborazione.

Sfide e ruolo della politico

Questo saggio e delicato equilibrio, tra la molteplicità delle culture e delle differenti visioni ideologiche e le ragioni che cementano l’unità, va continuamente difeso da ogni sbilanciamento. Si tratta di un lavoro artigianale affidato a tutti, ma in maniera speciale all’azione svolta dalla politica, quando essa si pone come obiettivo l’armonia, l’equità, il rispetto dei diritti fondamentali dell’essere umano, uno sviluppo sostenibile, la solidarietà e il perseguimento della pace, sia all’interno della società sia con gli altri popoli e Nazioni. Per favorire una pacifica e costruttiva armonia, che assicuri la pace e unisca le forze per sconfiggere gli squilibri e le sacche di miseria, che ancora persistono in alcune zone del Paese, la Chiesa Cattolica desidera incrementare il dialogo interreligioso. Si potranno eliminare in questo modo i pregiudizi e far crescere un clima di rispetto e fiducia reciproca, indispensabile per affrontare le sfide comuni, tra le quali quella di contrastare l’estremismo e l’intolleranza, i quali – distorcendo la religione – tentano di imporsi servendosi dell’inganno e della violenza.

Appello ai principi fondamentali e benedizione

Permettetemi di fare ora riferimento al Preambolo della vostra Costituzione del 1945, il quale offre indicazioni preziose sulla direzione del cammino che l’Indonesia democratica e indipendente ha scelto. Per ben due volte in poche righe il Preambolo fa riferimento a Dio onnipotente e alla necessità che la sua benedizione scenda sul nascente Stato dell’Indonesia. Similmente, il testo che apre la vostra Legge fondamentale a due riprese tratta della giustizia sociale, auspicando che si instauri un ordinamento internazionale fondato su di essa, considerata tra i principali obiettivi da realizzare a vantaggio dell’intero popolo indonesiano. Unità nella molteplicità, giustizia sociale, benedizione divina sono dunque i principi fondamentali, destinati a ispirare e orientare i programmi specifici, sono come la struttura portante, la solida base sulla quale costruire la casa. E come non notare che tali principi si accordano molto bene con il motto di questa mia visita in Indonesia: “Fede, fraternità, compassione”

Gli ostacoli allo sviluppo della fraternità universale

Purtroppo, invece, si riscontrano nel mondo attuale alcune tendenze che ostacolano lo sviluppo della fraternità universale (cfr Lett. enc. Fratelli tutti, 9). In diverse regioni constatiamo il sorgere di violenti conflitti, che sono spesso il risultato di una mancanza di rispetto reciproco, della volontà intollerante di far prevalere a tutti i costi i propri interessi, la propria posizione, o la propria parziale narrazione storica, anche quando ciò comporta sofferenze senza fine per intere collettività e sfocia in vere e proprie guerre sanguinose. A volte poi si sviluppano violente tensioni all’interno degli Stati, per la ragione che chi detiene il potere vorrebbe tutto uniformare, imponendo la propria visione anche in questioni che dovrebbero essere lasciate all’autonomia dei singoli o dei gruppi associati. D’altro canto, malgrado le suadenti dichiarazioni programmatiche, sono molte le situazioni in cui manca un effettivo e lungimirante impegno per costruire la giustizia sociale. Ne deriva che una parte considerevole dell’umanità viene lasciata ai margini, senza i mezzi per un’esistenza dignitosa e senza difesa per far fronte a gravi e crescenti squilibri sociali, che innescano acuti conflitti.

Manipolazione della fede e problemi sociali

In altri contesti, invece, si ritiene di poter o dover prescindere dal ricercare la benedizione di Dio, giudicandola superflua per l’essere umano e per la società civile, che si dovrebbero promuovere con le loro proprie forze, ma che, così facendo, incontrano spesso la frustrazione e il fallimento. Al contrario, vi sono casi in cui la fede in Dio viene continuamente posta in primo piano, ma spesso per essere purtroppo manipolata e per servire non a costruire pace, comunione, dialogo, rispetto, collaborazione, fraternità, ma per fomentare divisioni e accrescere l’odio. Di fronte a queste ombre, rallegra osservare come la filosofia che ispira l’organizzazione dello Stato indonesiano manifesti saggezza ed equilibrio. Faccio mie, a tale proposito, le parole pronunciate da San Giovanni Paolo II, proprio in questo Palazzo, in occasione della sua visita del 1989. Egli tra l’altro affermò: «Nel riconoscere la presenza di una legittima diversità, nel rispettare i diritti umani e politici di tutti i cittadini e nel promuovere la crescita dell’unità nazionale fondata sulla tolleranza e il rispetto per gli altri, voi gettate le fondamenta di quella società giusta e pacifica che tutti gli Indonesiani desiderano per se stessi e che vogliono trasmettere ai propri figli» (Discorso al Presidente della Repubblica indonesiana e alle Autorità, Jakarta, 9 ottobre 1989).

Valore dei principi fondamentali quali giustizia e pace

Anche se a volte, nel corso delle vicende storiche, i principi ispiratori sopra richiamati non sempre hanno avuto la forza di imporsi in ogni circostanza, essi rimangono validi e affidabili, come un faro che mostra la direzione da percorrere e avverte circa i più pericolosi errori da evitare. Signor Presidente, Signore e Signori, auspico che tutti, nel loro quotidiano agire, sappiano trarre ispirazione da questi principi e renderli effettivi nell’adempimento ordinario dei rispettivi doveri, perché opus justitiae pax, la pace è frutto della giustizia. L’armonia infatti si ottiene quando ciascuno si impegna non solo per i propri interessi e la propria visione, ma in vista del bene di tutti, per costruire ponti, per favorire accordi e sinergie, per unire le forze allo scopo di sconfiggere ogni forma di miseria morale, economica, sociale, e promuovere pace e concordia. Dio benedica l’Indonesia con la pace, per un futuro ricco di speranza. Dio benedica tutti voi!

Dal bollettino della Sala Stampa Vaticana

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