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“Gesù non è venuto a portare la salvezza in un laboratorio”

Gesù non è venuto a portare la salvezza in un laboratorio, non è staccato dalla gente ma sempre in mezzo alla folla”, una folla che rappresenta “un’umanità solcata da sofferenze, fatiche e problemi” alla quale “è diretta l’azione potente, liberatrice e rinnovatrice” di Cristo. Così Papa Francesco, affacciandosi su una piazza San Pietro baciata da un timido sole invernale, per la tradizionale preghiera dell'Angelus, commenta il brano evangelico di oggi. Prega per l'Africa, e nel giorno in cui la Chiesa italiana celebra la Giornata della Vita, rivolge un accorato appello affinché “il nostro popolo sia più cosciente della difesa della vita in questo momento di distruzione e di scarto dell’umanità”.

In mezzo alla gente

Il Papa, seguendo la descrizione che fa il Vangelo di Marco di un sabato vissuto da Gesù a Cafarneo, fa notare come l'evangelista metta “in risalto il rapporto tra l’attività taumaturgica” di Cristo e “il risveglio della fede nelle persone che incontra. Infatti, con i segni di guarigione che compie per i malati di ogni tipo, il Signore vuole suscitare come risposta la fede”. E aggiunge: “La folla, segnata da sofferenze fisiche e da miserie spirituali, costituisce, per così dire, 'l’ambiente vitale' in cui si attua la missione di Gesù, fatta di parole e di gesti che risanano e consolano”. E ammonisce: “Gesù non fa la predica da laboratorio, staccato dalla gente: è in mezzo alla folla! Pensate che la maggior parte della vita pubblica di Gesù è passata sulla strada, fra la gente, per predicare il Vangelo, per guarire le ferite fisiche e spirituali”. Un'azione che va avanti “fino a tarda sera”.

Il senso dei miracoli

All'indomani esce dalla città prima dell'alba per non essere visto, “e si ritira in un luogo appartato a pregare”. “Gesù prega. In questo modo sottrae anche la sua persona e la sua missione ad una visione trionfalistica – spiega il Pontefice -, che fraintende il senso dei miracoli e del suo potere carismatico. I miracoli infatti sono “segni”, che invitano alla risposta della fede; segni che sempre sono accompagnati dalle parole, che li illuminano; e insieme, segni e parole, provocano la fede e la conversione per la forza divina della grazia di Cristo“. Ma la conclusione del brano odierno, sottolinea, “indica che l’annuncio del Regno di Dio da parte di Gesù ritrova il suo luogo più proprio nella strada”. I discepoli, infatti, lo cercano per riportarlo in città; tuttavia, la risposta di Gesù spiazza gli apostoli: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là”. “Questo – dice Bergoglio – è stato il cammino del Figlio di Dio e questo sarà il cammino dei suoi discepoli. E dovrà essere il cammino di ogni cristiano. La strada, come luogo del lieto annuncio del Vangelo, pone la missione della Chiesa sotto il segno dell’ 'andare', del cammino, sotto il segno del 'movimento' e mai della staticità“.

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Pregare per la vita

Terminata la preghiera mariana, il Papa ricorda la Giornata per la Vita, che si celebra ogni anno in Italia la prima domenica di febbraio e che quest'anno ha come tema “Il vangelo della vita, gioia per il mondo”. Bergoglio si unisce al Messaggio dei Vescovi esprimendo “apprezzamento e incoraggiamento alle diverse realtà ecclesiali che in tanti modi promuovono e sostengono la vita, in particolare il Movimento per la Vita, di cui saluto gli esponenti qui presenti, non tanto numerosi”. Di questo si dice preoccupato: “non sono tanti quelli che lottano per la vita in un mondo dove ogni giorno si costruiscono più armi, ogni giorno si fanno più leggi contro la vita, ogni giorno va avanti questa cultura dello scarto, di scartare quello che non serve, quello che dà fastidio”. Da qui un appello alla preghiera affinché “il nostro popolo sia più cosciente della difesa della vita in questo momento di distruzione e di scarto dell’umanità“.

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