A poche ore dall’approvazione della riforma della scuola si sono moltiplicati i commenti, le critiche e le approvazioni da parte dei leader politici, delle autorità e dei cittadini. Si tratta di “un passo in avanti in un Paese troppo abituato alla stagnazione”. Sono parole di consenso quelle dei vescovi circa il disegno di legge approvato: “Ora bisogna guardare in avanti con uno spirito nuovo che rispetti la centralità dei docenti, degli studenti e delle famiglie”.
Certo ora “nel suo contenuto, con tutti i limiti che questo potrà avere, prevalgono le esigenze concrete del mondo della scuola” a partire dalla famiglia. Così Mons. Galantino, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana esprime il suo apprezzamento sulla Circolare del Ministero dell’Istruzione nel quale viene chiarito che i progetti formativi devono essere sottoposti all’attenzione dei genitori.
“Nessuno potrà più permettersi di far passare in modo surrettizio le proprie fissazioni e ideologie con la forza del pensiero unico. Non è possibile” ha continuato riferendosi ai progetti sul gender. “Se la riforma della scuola e le circolari che l’accompagnano – ha sottolineato il segretario della Cei – ci aiuteranno a recuperare il ruolo centrale della famiglia, io dico che la legge ha operato una grande svolta”.
La formazione dei ragazzi è centrale e “la preoccupazione non deve essere solo quella per i soldi che si devono risparmiare”. E quindi non bisogna smettere di “invitare il Governo a investire di più sulla formazione”. Il via libera della legge, non acclamato da molti, e con qualche defezione anche dal partito di governo, non scandalizza Galantino: “Appena si intravede qualcosa di nuovo scatta subito il virus della conflittualità”. La speranza, secondo il segretario della Cei, è quella che “si smetta di avere scuole che non possono programma una formazione serie per mancanza di soldi, che non si creino classi pollaio e che i docenti possano stabilire relazioni dirette con tutti, soprattutto gli ultimi, quelli che non possono contare sulla raccomandazione di Tizio o di Caio. Mi auguro che questa approvazione della Buona Scuola crei uno spirito nuovo e inneschi meccanismi che mettano al centro l’alunno, il docente e la famiglia”.