Una giornata di canti e preghiera ma anche di impegno e dialogo. Quasi 100 mila persone radunate in un Circo Massimo vestito a festa, giovani di tutta Italia, ragazze e ragazzi da centinaia di diocesi e migliaia di parrocchie, convogliati nella Capitale per gridare il proprio “Sì” alla missione di evangelizzatori, di ambasciatori della fede nel mondo. Il che significa nella vita di tutti i giorni, durante quelle sfide con le quali la società di oggi mette in continuo confronto. L'incontro dei giovani italiani con Papa Francesco è anche e soprattutto questo: un'occasione di dialogo, di incoraggiamento a guardare con fiducia e rinnovata fede alle prove della vita di ogni giorno. In Terris ne ha parlato con mons. Nunzio Galantino, presidente dell'Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, presente al grande appuntamento del Santo Padre con i giovani cattolici di ogni parte del nostro Paese.
Mons. Galantino, una grande affluenza per l’evento di oggi. Si aspettava questa partecipazione, ad agosto, sotto questo sole cocente?
“Se dicessi che non me l’aspettavo mentirei, perché conosco i nostri ragazzi, conosco i nostri giovani, conosco tutti quelli ai quali purtroppo molto spesso non si da voce. Io li conoscevo, li conosco e li conosciamo nelle nostre parrocchie e nelle nostre periferie. Per cui averli chiamati oggi, con questo caldo, in questa circostanza e vederli tutti quanti qui è veramente un segno di grande speranza e di grande incoraggiamento per tutti quanti noi”.
Cosa chiedono questi giovani alla Chiesa in vista del sinodo, secondo lei?
“Io penso che chiedano soprattutto di essere ascoltati, di essere presi sul serio e di evitare di scaricare su di loro degli schemi che sono degli adulti, e in genere degli adulti più tristi. Invece, loro sono ragazzi che hanno da dirci e darci tantissimo”.
Gli organizzatori parlano di quasi 100 mila persone venute qui per il papa. esistono oggi altri punti di riferimento per i giovani italiani?
“Io spero di sì, spero che ci sia anche il Papa. Perché è bello quando i ragazzi sanno avere molti modelli. Certo, il Papa è straordinario e quindi è un’esperienza molto bella questa. Speriamo che loro possano sempre trovare altra gente che li incoraggi, che li entusiasmi e li appassioni”.
Lei crede che la Chiesa italiana possa vivere questa giornata come un’occasione di investimento per il proprio futuro?
“Sicuramente. Perché è una Chiesa, quella italiana, che è viva e soprattutto nelle nostre periferie. E allora un’esperienza di questo genere sicuramente incoraggia tutti ad andare avanti”.