Galantino (Cei): “Sul fine vita niente scorciatoie”

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Nessun passo indietro sui migranti, la richiesta insistente di politiche familiari di ampio respiro, l’alternativa culturale all’eutanasia, la condanna di ogni populismo e delle inefficienze che li alimentano. Sono i temi fondamentali affrontati da mons. Nunzio Galantino nella conferenza stampa conclusiva del Consiglio permanente della Cei, l’ultimo presieduto dal cardinale Bagnasco prima dell’Assemblea di maggio in cui sarà votata la terna di candidati alla presidenza da proporre al Papa.

Fine vita

“In un contesto che assolutizza il principio di autodeterminazione chi sostiene il rispetto della vita rischia paradossalmente di non venire compreso o di essere considerato come incapace di rispetto per l’altro; ma una società che accettasse di essere coinvolta nella volontà eutanasica di alcuno, condannerebbe se stessa al suicidio”. Questa la posizione dei vescovi sul fine vita. Ma tradotto in concreto cosa significa rispetto alla legge in discussione in Parlamento? “Ci sono alcune esigenze – ha spiegato il segretario della Cei – Prima di tutto chiediamo che venga messa in evidenza l’importanza della relazione tra paziente, medico e familiari; serve rispetto e accompagnamento per chi si trova in quelle condizioni, evitando scorciatoie. Tutto questo implica un impegno educativo enorme ma bisogna ricordare che nelle stesse condizioni (di malattia e sofferenza, ndr) ci sono tante persone che adottano altre soluzioni” rispetto all’eutanasia o al suicidio assistito. Mons. Galantino ha definito “inaccettabile” il fatto che in Italia “siamo ancora tanto indietro sul fronte delle cure palliative e della terapia del dolore”. E’ necessario, inoltre, “evitare l’assolutizzazione del principio di autodeterminazione. Occorre rispettare la scienza e l’autonomia del medico, mantenendo la proporzionalità che eviti sia l’accanimento che l’abbandono terapeutico”.

Famiglia

Riprendendo i contenuti della prolusione del card. Bagnasco, il comunicato finale del Consiglio ricorda “la forma dell’affanno, della sofferenza insopportabile, del grido drammatico di chi non sa come mantenere la propria famiglia e di quanti – privi di stabilità – si ritrovano senza dignità personale, sicurezza sociale, possibilità di costruire progetti di futuro”. Il tema del lavoro sarà centrale nella Settimana sociale dei cattolici in programma a Cagliari dal 26 al 29 ottobre. Ma ci sono altri aspetti legati alla famiglia. A cominciare dal fisco: “Chi ci segue – ha risposto mons. Galantino – sa che non abbiamo mai smesso di insistere sul Fattore Famiglia e non molleremo mai finché non sarà riscoperta non negli slogan ma nei fatti la centralità della famiglia per la società. La tutela della famiglia, fatta da padre, madre e figli, non è un fatto di Chiesa ma di società: quando viene disgregata si cominciano ad adottare soluzioni che non vanno nella direzione giusta e che come vescovi abbiamo stigmatizzato molte volte. Spero che sia preso in considerazione quanto proposto al Governo dal Forum delle famiglie, con indicazioni e cifre precise che ne dimostrano la fattibilità. Solo ripartendo dalla famiglia possiamo ritrovare l’orgoglio di definirci una nazione civile. Non si tratta di bonus puntuali ma di politiche familiari che l’agenda politica non può mettere ai margini. Se si continuerà a ignorare o a destabilizzare la famiglia non andremo da nessuna parte”.

Migranti

La Chiesa non solo non fa alcun passo indietro ma anzi rilancia”. Mons. Galantino ha mantenuto ferma la posizione dei vescovi sul fenomeno migratorio, ricordando che i recenti corridoi umanitari dall’Africa non sono altro che l’estensione di quanto già si faceva in passato. Ora la Chiesa italiana scende in campo con una nuova campagna straordinaria, “Liberi di partire, liberi di restare”, che vedrà i minori come protagonisti privilegiati, in linea con le indicazioni del Papa nel messaggio per la Giornata della pace. La Cei ha stanziato 30 milioni tratti dai fondi dell’8 per mille per interventi nei 10 Paesi di maggior provenienza dei migranti, con progetti educativi, formativi e lavorativi in loco.

Populismi

Il segretario della Cei ha confermato l’escalation di preoccupazione dettata dal populismo che sta diventando sempre più dannoso: “Temo che la delusione provata per la mancanza di risposte ai disagi delle persone da parte della politica dei partiti possa ripetersi in chi oggi va in giro con i megafoni. L’acqua che alimenta i populismi è l’inefficienza”. Mons. Galantino ha espresso il suo cordoglio per l’attentato di Westminster che “ci provoca a riproporci interrogativi” auspicando che “ci vengano risparmiati i soliti mantra intrisi di insopportabile sciacallaggio. Le parole senza equivoci del presidente sono state condivise dai vescovi, un no deciso a soluzioni populiste che continuano a lucrare sulle comprensibili e condivisibili paure. La Chiesa crede con forza nella casa comune europea, non rincorre nessuno ma non sta ai margini”. Il segretario dei vescovi ha infine ribadito che l’Europa deve “ritrovare l’anima dell’ispirazione originaria dei fondatori, non ha senso appiattirsi su chi grida di più”.

L’Assemblea di maggio sarà chiamata a scegliere la terna dei candidati alla successione di Bagnasco alla presidenza della Cei. I lavori saranno aperti dall’incontro con Papa Francesco poi il giorno dopo inizieranno le votazioni. I tre nomi da sottoporre al Pontefice saranno votati uno alla volta e su ognuno servirà la maggioranza assoluta. Il Papa, comunque, da statuto (che esclude la possibilità di eleggere mons. Galantino perché non è vescovo diocesano) potrà scegliere anche un presidente al di fuori dei tre proposti. Tra i favoriti c’è il cardinale Bassetti, arcivescovo di Perugia

Andrea Acali: