In Italia i furti d’arte sacra sono una costante delle cronache. Meno frequenti sono iĀ ritrovamento di questi tesori di cultura e devozione popolare. Per esempio sono state ritrovate dai carabinieri importanti opere dāarte sacra che erano state sottratte dalla chiesa di SantāIlario vescovo a Rivergaro, in provincia di Piacenza. Un crocifisso, sei candelieri e due cornici, risalenti al Settecento. In tutta Italia questo tipo di indagini sono condotte con lāausilio della Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti. Si tratta della piĆ¹ grande banca dati di opere dāarte rubate esistente al mondo. Gestita dal Comando carabinieri tutela patrimonio culturale di Roma. Gli oggetti sacri, una volta rubati, vengono spesso portati all’estero. E finiscono persino in vendita alle aste di antiquariato. Un gravissimo danno per l’Italia. Depredata di parte del patrimonio artistico.
Il caso Sicilia
Le preziose opere d’arte erano sparite negli anni ’70 dalla basilica della Madonna delle Grazie di Modica. In provincia di Ragusa. Le due tele ad olio risalivano alla fine del XVIII secolo. Erano state realizzate dal pittore Giovan Battista Ragazzi. Raffigurano San Pietro Nolasco, fondatore dei Mercedari. E la Beata Marianna. Le tele sono tornate nella chiesa grazie ai carabinieri che le hanno ritrovate.La sparizione dei due prestigiosi dipinti era stata accertata solamente a luglio. Attraverso la ricerca di una studiosa modicana, la professoressa Maria Terranova. Docente del locale liceo artistico.
Denuncia
L’ammanco delle due tele era stato poi denunciato dal parroco. I carabinieri nelle loro indagini sono stati indirizzati nello studio romano di un pittore scomparso negli anni ’90. L’artista era stato impegnato nel restauro dei dipinti che si trovano tutt’oggi nella chiesa. Che avrebbe ricevuto le tele dall’allora parroco, anch’egli scomparso. I militari hanno cosƬ rintracciato la figlia dell’artista. Era ignara della presenza dei dipinti in casa del padre. La donna ha voluto subito restituirle al loro originario luogo di appartenenza. Il recupero dei due dipinti ĆØ stato organizzato insieme con il direttore dell’Ufficio Beni Culturali della diocesi di Noto, don Antonio Sparacino.