Funerali a Scampia, mons. Battaglia: “Evitare un crollo sociale”

MONS: DOMENICO BATTAGLIA. Credit: VINCE PAOLO GERACE

Circa trecento persone, in una piazza allestita per ospitarne fino a duemila, si sono date appuntamento a Scampia per i funerali delle tre vittime del crollo del ballatoio della Vela Celeste di Scampia: Roberto Abbruzzo, 29 anni, Margherita Della Ragione, 35 e Patrizia Della Ragione, 53 anni. Nell’omelia per i funerali delle vittime del crollo del ballatoio della Vela Celeste, mons. Domenico Battaglia ha esortato a riconoscere la resilienza di Scampia. Il vescovo ha sottolineato la necessità di affrontare non solo le macerie materiali, ma anche quelle sociali e culturali, affermando che il dolore e la sofferenza possono essere trasformati in speranza e rinnovamento per tutta la comunità.

Funerali a Scampia: mons. Battaglia, “evitare un crollo sociale in tutte le periferie d’Italia”

“Gli abitanti di Scampia, che per già molto tempo hanno subito etichette mediatiche frettolose e generalizzanti, che hanno tanto lottato per scrollarsi di dosso un’opinione pubblica che legge le situazioni con una superficialità spesso più attratta dalla decadenza del male che dai tanti segni primaverili di riscatto, oggi si ritrovano qui, insieme all’intera città, per piangere Roberto, Patrizia, Margherita e per pregare per la guarigione di Carmela, Martina, Giuseppe, Luisa, Patrizia, Mya, Anna, Greta, Morena Suamy e Annunziata, vittime di un crollo che va ben oltre le macerie di cemento e ferro, assurgendo a simbolo di un crollo sociale che deve essere arginato, prevenuto, evitato, non solo qui ma in tutte le periferie della nostra città, del nostro Sud, della nostra Italia”. Così mons. Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli, nell’omelia pronunciata questa mattina per i funerali delle vittime del crollo del ballatoio della Vela Celeste. “Periferie che possono rinascere, che possono diventare simbolo di una resurrezione possibile, come ci insegna proprio la nostra Scampia che, al di là di certe narrazioni parziali e stereotipate, ha saputo sempre rialzarsi, diventando un esempio di autentica resilienza e riscatto, grazie all’onestà e all’impegno di tanti suoi figli e figlie, Chiesa, società civile e istituzioni che, quando si alleano per il bene comune, possono compiere veri e propri miracoli”, ha precisato l’arcivescovo.

La preghiera per i familiari delle vittime e i feriti

“Il Signore Gesù è l’unica speranza che può illuminare la notte del dolore, la bussola che può davvero orientare – non solo Scampia ma tutte le periferie del nostro Sud – verso nuovi orizzonti di rinascita comunitaria, verso un futuro in cui il bene comune diventa un ‘sistema’ di vita capace di rovesciare e sovvertire ogni sistema di morte”. Nell’omelia per i funerali di Roberto, Patrizia e Margherita, vittime del crollo del ballatoio della Vela Celeste, l’arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia si è rivolto ai familiari: “Il vostro dolore è immenso e proprio per questo vorrei che sentiste la vostra comunità, la nostra Chiesa napoletana, vicina al vostro cuore ferito, pronta a portare con voi questa croce e a starvi accanto”. Quindi il pensiero per i feriti ricoverati all’Ospedale del Mare, al Cardarelli e per i piccoli e le piccole ricoverate al Santobono: “Preghiamo per la loro guarigione e manifestiamo il nostro affetto e la nostra vicinanza concreta e fattiva ai loro familiari che vivono ore difficili ed estenuanti”. Infine, un richiamo a chi ha il compito di governare e amministrare il bene comune perché “possa rispondere con azioni concrete e immediate alle vite segnate dalla sofferenza, perché la politica è autentica se fa sua l’etica della cura, e solo la cura può trasformare il dolore in speranza, la sfiducia dei singoli in un nuovo slancio comunitario”.

Fonte: AgenSIR

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