FRANCESCO: “UN POPOLO CHE DIMENTICA LA SUA STORIA NON HA FUTURO”

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Papa Francesco che si inchina commosso per diversi secondi dinanzi ad un sacerdote che pochi istanti prima aveva dato la sua drammatica testimonianza del conflitto balcanico. E’ questa una delle immagini simbolo del viaggio del Santo Padre in Bosnia Erzegovina. L’incontro presso la cattedrale di Sarajevo è stato introdotto dal saluto dell’arcivescovo, il cardinale Vinko Puljić. Oltre al sacerdote il Pontefice ha ascoltato commosso anche un religioso e una religiosa che hanno parlato degli orrori della guerra. Il vescovo di Roma ha dichiarato di aver preparato un discorso scritto, ma, dopo aver sentito le testimonianze, di sentire il bisogno di parlare a braccio. Un popolo che dimentica la sua memoria, ha affermato, non ha futuro.

“Non avete diritto di dimenticare la vostra storia – ha osservato –. Non per vendicarvi, ma per fare pace. Non per guardare come una cosa strana, ma per amare come loro hanno amato. Nel vostro sangue, nella vostra vocazione, c’è la vocazione, c’è il sangue di questi tre martiri”. Richiamando la lettera di San Paolo apostolo agli Ebrei ha invitato i presenti a non dimenticarsi degli antenati, di coloro che hanno trasmesso “come si vive” la fede. Il Papa ha messo in risalto il divario tra le testimonianze che ha ascoltato oggi rispetto alle inezie di ogni giorno. “E noi che ci lamentiamo – ha detto a tale proposito – quando c’è un dente che ci fa male o vogliamo avere la tv nella nostra stanza con tante comodità”. Oppure, ha proseguito, “chiacchieriamo del superiore o della superiora quando il pasto non è tanto buono”.

“Suore, sacerdoti, vescovi, seminaristi mondani – ha soggiunto – sono una caricatura: non servono. Non hanno la memoria dei martiri. Hanno perso la memoria di Gesù Cristo crocifisso, l’unica memoria nostra”. “E finalmente – ha concluso – io vorrei dirvi che questa è stata una storia di crudeltà. Anche oggi, in questa guerra mondiale vediamo tante, tante, tante crudeltà. Fate sempre il contrario della crudeltà. Abbiate atteggiamenti di tenerezza, fratellanza, perdono e portate la croce di Gesù Cristo”.

Stefano Cicchini: