“Quando pensiamo alla fine, con tutti i nostri peccati, con tutta la nostra storia, pensiamo al banchetto che gratuitamente ci sarà dato e alziamo il capo. Niente depressione: speranza” questo ha sottolineato più volte Papa Francesco stamane nella Messa a Casa Santa Marta. “La realtà è brutta: ci sono tanti, tanti popoli, città e gente, tanta gente, che soffre; tante guerre, tanto odio, tanta invidia, tanta mondanità spirituale e tanta corruzione. Sì, è vero. Tutto questo cadrà. Ma chiediamo al Signore la grazia di essere preparati per il banchetto che ci aspetta, col capo sempre alto” con queste parole di incoraggiamento il Santo Padre ha commentato i testi della sacra scrittura che la liturgia romana prevede per oggi.
Ha poi sottolineato che le letture attirano l’attenzione sulla fine del mondo parlando del “crollo di due città che non hanno accolto il Signore”, “per motivi differenti”. Babilonia, simbolo del male, del peccato, “cade per corruzione” perchè si “sentiva padrona del mondo e di se stessa”, d’altronde, ha sottolineato Francesco, quando “si accumula il peccato si perde la capacità di reagire e si incomincia a marcire”. Così accade anche alle “persone corrotte, che non hanno forza per reagire”. Per il Papa la corruzione è ancora molto attuale “non solo corruzione economica, ma corruzione con tanti peccati diversi; corruzione con quello spirito pagano, con quello spirito mondano”.
“Gerusalemme cade per distrazione, per non ricevere il Signore che viene a salvarla. Non si sentiva bisognosa di salvezza”e “aveva la porta chiusa per il Signore!”, non era disponibile a “riceverlo”, “ascoltarlo”, a “lasciarsi salvare da Lui e cade”.