Francesco: “Nel volto di ogni fratello c’è l’immagine di Dio”

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“Il segno visibile che il cristiano può mostrare per testimoniare al mondo l’amore di Dio è l’amore dei fratelli”. Sono le parole che Papa Francesco ha pronunciato all’Angelus con i fedeli e i pellegrini convenuti in piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale. Il Pontefice ha esordito affermando come tutta la Legge divina si riassuma “nell’amore per Dio e per il prossimo” che sono aspetti “inseparabili e complementari” e “le due facce di una stessa medaglia”. “Il comandamento dell’amore a Dio e al prossimo – ha continuato – è il primo non perché sta in cima all’elenco dei comandamenti. Gesù non lo mette al vertice, ma al centro, perché è il cuore da cui tutto deve partire e a cui tutto deve ritornare e fare riferimento”.

Ha poi osservato che “già nell’Antico Testamento l’esigenza di essere santi, ad immagine di Dio che è santo, comprendeva anche il dovere di prendersi cura delle persone più deboli come lo straniero, l’orfano, la vedova”. Alla luce della Parola di Gesù, ha scandito a chiare lettere il successore di Pietro rivolgendosi ai fedeli, “l’amore è la misura della fede, e la fede è l’anima dell’amore”. Secondo il Papa “non possiamo più separare la vita religiosa dal servizio ai fratelli, a quei fratelli concreti che incontriamo. Non possiamo più dividere la preghiera, l’incontro con Dio nei Sacramenti, dall’ascolto dell’altro, dalla prossimità alla sua vita, specialmente alle sue ferite”.

Il vescovo di Roma ha sottolineato inoltre come Gesù ci consegni il volto del Padre “che si riflette in tanti volti, perché nel volto di ogni fratello, specialmente il più piccolo, fragile e indifeso, è presente l’immagine stessa di Dio”. Dopo l’Angelus il Santo Padre ha ricordato che ieri, a San Paolo del Brasile, è stata proclamata beata madre Assunta Marchetti, cofondatrice della Suore Missionarie di S. Carlo Borromeo – Scalabriniane. Ricollegandosi alla meditazione precedente ha spiegato che “era una suora esemplare nel servizio agli orfani degli emigranti italiani” vedendo “Gesù presente nei poveri, negli orfani, negli ammalati, nei migranti”.

Davide Chiossi: