“La Santa Sede e la Repubblica dell’Unione del Myanmar, desiderose di promuovere legami di mutua amicizia, hanno deciso di comune accordo di stabilire relazioni diplomatiche a livello di Nunziatura Apostolica da parte della Santa Sede e di Ambasciata da parte della Repubblica dell’Unione del Myanmar”. E’ questo il comunicato, con il quale viene annunciato l’inizio delle “piene relazioni diplomatiche”, tra il Vaticano e la Birmania. Il comunicato è stato diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede pochi minuti dopo l’incontro tra Papa Francesco e Aung San Suu Kyi, simbolo della resistenza alla dittatura nel suo Paese, Premio Nobel nel 1991, e oggi ministro degli esteri della Birmania e consigliere di Stato nell’esecutivo del suo fedelissimo Htin Kyaw, eletto presidente nel 2016.
Un’udienza serena
“L’incontro – hanno riferito i giornalisti presenti – e’ stato molto sereno e felice, e ha lasciato trasparire una grande simpatia tra il Papa e la donna simbolo della Birmania libera”. Dopo il colloquio – durato circa 23 minuti e al quale la San Suu Kyi si è recata con un abito giallo e un sari tradizionale blu – si è svolto nel corridoio della Sala del tronetto come un Capo di Stato.
I doni
La leader della resistenza Birmana ha donato al Papa un oggetto in alabastro e lui ha risposto con una medaglia in bronzo che rappresenta un deserto mentre si trasforma in un campo di fiori, con un ramo secco che fiorisce e i cui frutti simbolizzano, sottolinea una nota, “il passaggio dall’egoismo alla condivisione, dalla guerra alla pace, cambiamento che occorre quando gli uomini aprono i loro cuori ai valori autentici di crescita e sviluppo sociale, come un segno dell’impegno che è richiesto da parte di tutti”. A San Suu Kyi il Papa ha donato anche Amoris laetitia, Evangelii Gaudium e Laudato si.
Il primo cardinale in Birmania creato da Papa Francesco
Le piene relazioni diplomatiche confermano l’attenzione che papa Francesco ha mostrato anche con la creazione, nel gennaio 2015, del primo cardinale della storia di questo paese asiatico, il salesiano Charles Maung Bo, la cui nomina fu festeggiata anche dai cristiani ortodossi, dai buddisti e dagli islamici