“Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”. Ruota attorno a questa frase del capitolo 9 del Vangelo di Luca la riflessione di Papa Francesco, che alle 12 di quest’oggi si è affacciato dalla finestra del suo studio, situato al terzo piano del Palazzo Apostolico, per la consueta preghiera mariana dell’Angelus. Alle migliaia di persone che affollavano piazza San Pietro, baciata dai caldi raggi del sole, Bergoglio ha ricordato che “il brano evangelico di questa domenica ci chiama ancora una volta a confrontarci ‘faccia a faccia’ con Gesù”.
In uno di quei rari momenti tranquilli in cui si trova da solo con i suoi discepoli, “Egli chiede loro: ‘Le folle, chi dicono che io sia?’. Ed essi rispondono: ‘Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto’. Dunque la gente aveva stima di Gesù e lo considerava un grande profeta, ma non era ancora consapevole della sua vera identità, cioè che Egli fosse il Messia, il Figlio di Dio inviato dal Padre per la salvezza di tutti”. Allora si rivolge direttamente agli Apostoli, “perché è questo che gli interessa di più”, e domanda: “Ma voi, chi dite che io sia?”. A rispondere è Pietro, che a nome dei dodici afferma: “Il Cristo di Dio”, cioè: “Tu sei il Messia, il Consacrato di Dio, mandato da Lui a salvare il suo popolo secondo l’Alleanza e la promessa”. Gesù ora sa che i suoi Apostoli, e in particolare Pietro, “hanno ricevuto dal Padre il dono della fede; e per questo incomincia a parlare loro apertamente di quello che lo attende a Gerusalemme”.
Quelle domande che Cristo ha posto ai suoi amici molto tempo fa, sono oggi “riproposte a ciascuno di noi: ‘Chi è Gesù per la gente del nostro tempo?’. Ma l’altra è più importante: ‘Chi è Gesù per ciascuno di noi?’. Siamo chiamati a fare della risposta di Pietro la nostra risposta, professando con gioia che Gesù è il Figlio di Dio, la Parola eterna del Padre che si è fatta uomo per redimere l’umanità, riversando su di essa l’abbondanza della misericordia divina”. Oggi, più che mai, “il mondo ha bisogno di Cristo, della sua salvezza, del suo amore misericordioso. Molte persone avvertono un vuoto attorno a sé e dentro di sé, altre vivono nell’inquietudine e nell’insicurezza a causa della precarietà e dei conflitti. Tutti abbiamo bisogno di risposte adeguate ai nostri interrogativi”, risposte che si possono trovare solo in Cristo. “Solo in Lui è possibile trovare la pace vera e il compimento di ogni umana aspirazione. Gesù conosce il cuore dell’uomo come nessun’altro. Per questo lo può sanare, donandogli vita e consolazione”.
“Dopo aver concluso il dialogo con gli Apostoli – prosegue il Pontefice -, Gesù si rivolge a tutti dicendo: ‘Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua’. Non si tratta di una croce ornamentale, o di una croce ideologica, ma è la croce della vita, è la croce del proprio dovere, la croce del sacrificarsi per gli altri con amore – per i genitori, per i figli, per la famiglia, per gli amici, anche per i nemici -, la croce della disponibilità ad essere solidali con i poveri, a impegnarsi per la giustizia e la pace. Nell’assumere questo atteggiamento, queste croci, sempre si perde qualcosa”. Tuttavia, non va dimenticato che “chi perderà la propria vita [per Cristo], la salverà”. “E’ un perdere per guadagnare. E ricordiamo tutti i nostri fratelli che ancora oggi mettono in pratica queste parole di Gesù, offrendo il loro tempo, il loro lavoro, la loro fatica e perfino la loro vita per non rinnegare la loro fede in Cristo. Gesù, mediante il suo Santo Spirito, ci dà la forza di andare avanti nel cammino della fede e della testimonianza: fare quello in cui crediamo; non dire una cosa e farne un’altra”.
Dopo l’Angelus, Bergoglio ha fatto sapere che nella giornata di ieri, a Foggia, “si è celebrata la beatificazione di Maria Celeste Crostarosa, monaca, fondatrice dell’Ordine del Santissimo Redentore. La nuova Beata, con il suo esempio e la sua intercessione, ci aiuti a conformare tutta la nostra vita a Gesù nostro Salvatore”. La Chiesa Ortodossa oggi celebra la festa di Pentecoste (secondo il calendario giuliano). “Con la celebrazione della Divina Liturgia ha avuto inizio a Creta il Concilio Panortodosso. Uniamoci alla preghiera dei nostri fratelli ortodossi, invocando lo Spirito Santo perché assista con i suoi doni i Patriarchi, gli Arcivescovi e i Vescovi riuniti in Concilio. E tutti assieme preghiamo la Madonna per tutti i nostri fratelli ortodossi”. Vescovo e popolo di Roma hanno quindi pregato l'”Ave Maria”.
Il pensiero del Papa va anche alle migliaia di migranti che ogni giorni attraversano il Mediterraneo per fuggire la guerra: “Domani ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato promossa dall’Onu. Il tema di quest’anno è ‘Con i rifugiati. Noi stiamo dalla parte di chi è costretto a fuggire’. I rifugiati sono persone come tutti, ma alle quali la guerra ha tolto casa, lavoro, parenti, amici. Le loro storie e i loro volti ci chiamano a rinnovare l’impegno per costruire la pace nella giustizia. Per questo vogliamo stare con loro: incontrarli, accoglierli, ascoltarli, per diventare insieme artigiani di pace secondo la volontà di Dio”. Quindi, l’ormai immancabile saluto: “Auguro a tutti una buona domenica; e, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.