San Francesco d’Assisi: l’incontro che cambiò la sua vita

Oggi la Chiesa celebra la memoria di San Francesco d'Assisi, compatrono primario d'Italia insieme a Santa Caterina da Siena

Foto di Achim Ruhnau da Pixabay

Il più italiano dei santi, il più santo degli italiani”. Queste parole sono state pronunciate il 18 giugno del 1939 da Pio XII (1939-1958) nella basilica romana di S. Maria Sopra Minerva, quando Francesco d’Assisi, insieme a Santa Caterina da Siena, sono stati proclamati Patroni Primari d’Italia. Francesco d’Assisi, il cui vero nome era Giovanni di Bernardone, nacque nel 1182, da una delle famiglie più ricche della cittadina umbra, la madre Madonna Pica, originaria della Provenza lo chiamò Francesco, proprio in onore della sua provenienza francese, il padre Pietro era un mercante di stoffe e tessuti.

La sua gioventù fu segnata dai divertimenti tipici dell’età, a vent’anni, in piena epoca delle lotte dei comuni, partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia e fu fatto prigioniero. Tornò a casa gravemente malato, ma le cure della madre e il tempo lo rimisero in forze. Ma l’incontro con un lebbroso, cambierà la vita di Francesco, non ha paura di quest’uomo, scartato, come diremmo oggi dalla società, ma spinto dalla grazia di Dio, lo avvicinò e lo baciò.

Naturalmente, la gente del luogo e soprattutto i suoi amici cominciarono ad abbandonarlo, ma Francesco scelse il silenzio e la meditazione e molte volte passava le sue giornate davanti al crocefisso della chiesetta di san Damiano. E il crocefisso un giorno gli parlò: “Va, ripara la mia casa che cade in rovina”. Qualcosa nel cuore e nella vita di Francesco stava cambiando, in lui stava avvenendo una trasformazione.

Nella piazza centrale di Assisi si spogliò di tutto e donò i suoi averi ai poveri, oltre ai tessuti e alle stoffe della casa paterna. Da allora per Francesco d’Assisi, iniziò una nuova vita, abbandonò la famiglia e insieme ai primi compagni predicò il Vangelo in ogni città che attraversava. Intorno al 1209 Francesco, dopo una profonda conversione spirituale, inizia a radunare un gruppo di seguaci che condividono la povertà e si mettono al servizio degli altri. E’ l’anno 1210 quando Innocenzo III (1198-1216) autorizza verbalmente Francesco e i suoi compagni ad annunciare la Buona Novella e a vivere secondo la loro regola di vita. Questo è un primo riconoscimento ufficiale dell’Ordine Francescano. La svolta decisiva arriverà nel 1223 quando Papa Onorio III (1216-1227) con la bolla papale “Solet annuere”, approva ufficialmente la Regola scritta da Francesco. Questa bolla conferisce all’Ordine Francescano un riconoscimento canonico e lo inserisce a pieno titolo all’interno della Chiesa cattolica.

In tutta la vita di Francesco troviamo un continuo ringraziamento al Signore, manifestato pienamente col famoso “Cantico delle Creature”, dove mostra un rispetto per ogni forma di vita e dice di amare la natura, probabilmente questo testo fu scritto intorno al 1224, e diventerà allo stesso tempo un caposaldo della letteratura italiana. Egli fece della povertà una scelta radicale, rinunciando, lui ricco di famiglia, ad ogni bene materiale.

Non possiamo dimenticare che si deve a Francesco la nascita, potremmo dire “l’invenzione” del presepe che realizzò con persone del luogo a Greccio, un paesino in provincia di Rieti la notte di Natale del 1223.

Ma sicuramente la vicinanza con Gesù, si rivelò totalmente sul monte de La Verna, in Toscana, quando il 17 settembre del 1224 ricevette le stimmate: le impronte delle cinque piaghe di Cristo che si manifestarono miracolosamente sul corpo di Francesco: due sui palmi delle mani, due sui piedi e una sul costato. Queste ferite, secondo la tradizione, erano identiche a quelle che Gesù aveva ricevuto durante la crocifissione.

Francesco concluse la sua vita terrena nella notte tra il 3 e il 4 ottobre del 1226 e venne proclamato santo il 16 luglio del 1228 in una solenne cerimonia ad Assisi presieduta da Papa Gregorio IX (1227-1241).