Nell'udienza generale di quest'oggi in piazza San Pietro, Papa Francesco ha continuato la catechesi sugli Atti degli Apostoli focalizzandosi sulla figura di San Paolo, “descritto all'inizio come uno che approva la morte di Stefano e vuole distruggere la Chiesa; ma poi diventerà lo strumento scelto da Dio per annunciare il Vangelo alle genti”.
Il paradosso di Saulo
Papa Francesco si sofferma sul ritratto “grottesco” di Saulo, “un intransigente, cioè uno che manifesta intolleranza verso chi la pensa diversamente da sé, assolutizza la propria identità politica o religiosa e riduce l'altro a potenziale nemico da combattere”. Saulo – ricorda il papa – “dà la caccia ai cristiani e li cattura. E questo lo fa pensando di servire la Legge del Signore. Dice Luca che Saulo spirava 'minacce e stragi contro i discepoli del Signore': in lui c'è un soffio che sa di morte, non di vita“. Solo dopo, egli imparerà “che la vera battaglia 'non è contro la carne e il sangue, ma contro […] i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male'. Insegnerà che non si devono combattere le persone, ma il male che ispira le loro azioni” ha detto il Pontefice. L'esempio di vita di Saulo e la sua natura conflittuale possono essere spunto di riflessione per il cristiano: “Come vivo la mia vita di fede? Vado incontro agli altri oppure sono contro gli altri? La fede in Dio che professo mi rende amichevole oppure ostile verso chi è diverso da me?” domanda il papa all'uditorio.
Il linguaggio “teofanico” della conversione
Il papa sottolinea come, nonostante Saulo fosse intento ad “estirpare la comunità cristiana, il Signore
è sulle sue tracce per toccargli il cuore e convertirlo a sé“. Il Papa sottolinea il binomio “luce-voce” del brano degli Atti, tipico delle teofanie, cioè gli episodi di apparizione di Cristo Risorto. In questo caso, l'apparizione del Messia a Saulo sottolinea il peso che ha per Dio la persecuzione: “Colpire un membro della Chiesa è colpire Cristo stesso!” ha detto il Papa. Nell'episodio di Saulo, la conversione avviene attraverso la luce di Cristo, che lo abbaglia e lo rende cieco. Il Pontefice ricorda le parole di papa Benedetto XVI a commento del passo biblico pronunciate nell'udienza generale del 3 settembre 2008: “Appare così anche esteriormente ciò che era la sua realtà interiore, la sua cecità nei confronti della verità, della luce che è Cristo”.
Il Battesimo e l'amore nuovo
Alla luce di questa riflessione, papa Francesco sottolinea: “Da questo 'corpo a corpo' tra Saulo e il Risorto prende il via una trasformazione che mostra la 'pasqua personale' di Saulo, il suo passaggio dalla morte alla vita: ciò che prima era gloria diventa 'spazzatura' da rigettare per acquistare il vero guadagno che è Cristo e la vita in Lui“. Sancisce la conversione di Paolo il rito del Battesimo dalle mani di Anania: 'Ad Anania, spaventato di venire in contatto con colui che era il nemico giurato della Chiesa, il Signore rivela: 'Va', perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d’Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome'. Anania impone le mani su questo nuovo fratello, la vista ritorna e Saulo riceve l''illuminazione', altro nome per designare il Battesimo. Il Battesimo segna così per Saulo, come per ciascuno di noi, l'inizio di una vita nuova, ed è accompagnato da uno sguardo nuovo su Dio, su sé stesso e sugli altri, che da nemici diventano ormai fratelli in Cristo. L'indurimento è vinto, il cuore palpita di un amore nuovo e subito l’uomo nuovo annuncia Cristo (cfr At 9,20). Lo zelo del persecutore indurito si muta in zelo dell'evangelizzatore compassionevole, attraverso il quale il fuoco del Vangelo di Cristo si propaga suscitando la fede in molti cuori” ha concluso il Pontefice prima di benedire i fedeli riuniti.