Un nuovo appello contro la guerra, contro una “spirale di vendetta” che continua ad attanagliare il mondo, nonostante l’apparentemente circoscritto sviluppo dei conflitti in corso. Papa Francesco non si stanca di richiamare alla pace e ai doveri di mantenimento della stabilità propri della Comunità internazionale. Di seguito, il testo integrale dell’Angelus domenicale.
Il Papa: “Siate aperti al dono della vita”
Cari fratelli e sorelle, buona domenica!
Oggi nel Vangelo della liturgia (cfr Mc 10,2-16) Gesù ci parla dell’amore coniugale. Come già altre volte, alcuni farisei gli fanno una domanda provocatoria su un tema controverso: il ripudio della moglie da parte del marito. Vorrebbero trascinarlo in una polemica, ma Lui non ci sta, anzi coglie l’occasione per richiamare la loro attenzione su un discorso più importante: il valore dell’amore tra uomo e donna.
Al tempo di Gesù la condizione della donna nel matrimonio era di grande svantaggio rispetto a quella dell’uomo: il marito poteva cacciare, ripudiare la moglie, anche per motivi futili, e ciò veniva giustificato con interpretazioni legalistiche delle Scritture. Per questo il Signore riconduce i suoi interlocutori alle esigenze dell’amore. Ricorda loro che donna e uomo sono stati voluti dal Creatore uguali nella dignità e complementari nella diversità, per poter essere l’uno per l’altra aiuto, compagnia, ma al tempo stesso stimolo e sfida a crescere (cfr Gen 2,20-23).
E perché ciò avvenga, sottolinea la necessità che il loro dono reciproco sia pieno, coinvolgente, senza “mezze misure” – questo è l’amore –, che sia l’inizio di una vita nuova (cfr Mc 10,7; Gen 2,24), destinata a durare non “fino a quando mi va”, ma per sempre, accogliendosi reciprocamente e vivendo uniti come “una carne sola” (cfr Mc 10,8; Gen 2,24). Certo, questo non è facile, richiede fedeltà, anche nelle difficoltà, richiede rispetto, sincerità, semplicità (cfr Mc 10,15). Richiede di essere disponibili al confronto, a volte alla discussione, quando ci vuole, ma sempre pronti al perdono e alla riconciliazione. E mi raccomando: marito e moglie, litigate quanto volete, a patto che si faccia la pace prima che finisca la giornata! Sapete perché? Perché la guerra fredda del giorno dopo è pericolosa. “E mi dica, Padre, come si fa la pace?” – “Basta una carezza, così”, ma mai andare a finire la giornata senza fare la pace.
Non dimentichiamo, poi, che per gli sposi è essenziale essere aperti al dono della vita, al dono dei figli, che sono il frutto più bello dell’amore, la benedizione più grande di Dio, fonte di gioia e di speranza per ogni casa e tutta la società. Fate figli! Ieri ho avuto una grande consolazione. Era il giorno della Gendarmeria, ed è venuto un gendarme con i suoi otto figli! Era bellissimo vederlo. Per favore, aperti alla vita, quello che Dio manda.
Care sorelle, cari fratelli, l’amore è esigente, sì, ma è bello, e più ce ne lasciamo coinvolgere, più scopriamo, in esso, la vera felicità. E adesso ognuno si chieda nel suo cuore: com’è il mio amore? È fedele? È generoso? È creativo? Come sono le nostre famiglie? Sono aperte alla vita, al dono dei figli?
La Vergine Maria aiuti gli sposi cristiani. Ci rivolgiamo a lei in unione spirituale con i fedeli radunati presso il Santuario di Pompei per la tradizionale Supplica alla Madonna del santo Rosario.
Dopo l’Angelus
Cari fratelli e sorelle!
Domani sarà passato un anno dall’attacco terroristico contro la popolazione in Israele, alla quale rinnovo la mia vicinanza. Non dimentichiamo che ancora ci sono molti ostaggi a Gaza, per i quali chiedo l’immediata liberazione. Da quel giorno il Medio Oriente è precipitato in una sofferenza sempre più grave, con azioni militari distruttive che continuano a colpire la popolazione palestinese. Questa popolazione sta soffrendo tantissimo a Gaza e negli altri territori. Si tratta perlopiù di civili innocenti, tutta gente e che deve ricevere tutti gli aiuti umanitari necessari. Chiedo un cessate il fuoco immediato su tutti i fronti, compreso il Libano. Preghiamo per i libanesi, specialmente per gli abitanti del sud, costretti a lasciare i loro villaggi.
Faccio appello alla comunità internazionale, affinché si metta fine alla spirale della vendetta e non si ripetano più gli attacchi, come quello compiuto dall’Iran qualche giorno fa, che possono far precipitare quella Regione in una guerra ancora più grande. Tutte le Nazioni hanno il diritto di esistere in pace e sicurezza, e i loro territori non devono essere attaccati o invasi, la sovranità dev’essere rispettata e garantita dal dialogo e dalla pace, non dall’odio e dalla guerra.
In questa situazione, è più che mai necessaria la preghiera. Oggi pomeriggio tutti andremo alla Basilica di Santa Maria Maggiore a invocare l’intercessione della Madre di Dio; e domani sarà giornata di preghiera e digiuno per la pace nel mondo. Uniamoci con la forza del Bene contro le trame diaboliche della guerra.
Sono vicino alle popolazioni della Bosnia ed Erzegovina colpite dalle alluvioni. Il Signore accolga i defunti, conforti i familiari e sostenga quelle comunità.
Saluto voi, romani e pellegrini dall’Italia e da tanti Paesi. In particolare, saluto la banda musicale di Cabañas (El Salvador) – poi li sentiremo suonare –, i fedeli polacchi devoti del Santuario della Madonna della Misericordia nella diocesi di Radom, e quelli venuti dalla Martinica. Saluto il gruppo di pellegrini del Santuario della Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane, che oggi porteranno la statua della Madonna da San Pietro a questo Santuario mariano di Roma, pregando per la pace. Saluto gli ex-alunni del Seminario Minore “Poggio Galeso” di Taranto; saluto l’Associazione Teatro Patologico di Roma, la banda della Scuola “Sacra Famiglia” di Cremona e i partecipanti alla manifestazione “Fiabaday”, che operano per l’eliminazione delle barriere architettoniche.