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Francesco ai professori: “Puntate alla coscienza dei giovani, non solo alla formazione”

Università sotto esame. È questa l'esigenza di Papa Francesco che, in occasione del convegno della Federazione Internazionale delle Università Cattoliche (FIUC) dal tema “Nuove frontiere per i leader delle università. Il futuro della salute e l'ecosistema dell'università“, ha incontrato in udienza privata i rappresentanti della FIUC: “Oggi le università si devono interrogare sul contributo che esse possono e devono dare per la salute integrale dell'uomo e per un'ecologia solidale” ha ricordato Papa Francesco, sottolineando il carattere ecumenico della formazione dei giovani. 

Università aperte

Il discorso del Pontefice avrebbe margini ridotti se l'università fosse considerata un mero luogo di apprendimento. Bergoglio, al contrario, sovverte questa credenza e ne illumina il suo vero paradigma: “L'università ha una coscienza, ma anche una forza intellettuale e morale la cui responsabilità va oltre la persona da educare e si estende alle necessità di tutta l’umanità” ha ricordato ai rettori e agli studenti, partendo proprio dall'etimologia della parola università: “Con la vostra apertura universale (appunto da 'universitas'), potete fare in modo che l'università cattolica sia il luogo dove le soluzioni per un progresso civile e culturale per le persone e per l'umanità, improntato alla solidarietà, venga perseguito con costanza e professionalità, considerando ciò che è contingente senza perdere di vista ciò che ha un valore più generale”. Queste sfide di natura universale, sono dunque un'esigenza per le università cattoliche. Cinque giorni fa il Papa aveva preso parte alla giornata di studio con i rappresentanti delle diverse fedi sui diritti umani e la pace e per l'occasione aveva ricordato che “la responsabilità verso le nuove generazioni esige […] l'impegno a formarle e ad ascoltarle per rispondere alle sfide dei nostri tempi senza negare l'immutabile valore della verità, ma con un linguaggio comprensibile ed attuale. Non basta essere critici rispetto al passato […], è necessario mostrare creatività e proposte per il futuro, aiutando ogni persona a crescere per diventare un protagonista e non più solo uno spettatore”.

Interdisciplinarietà

Luoghi di formazione interdisciplinari: è questo che sta a cuore al Pontefice. Il recente Sinodo per l'Amazzonia ha sdoganato l'aggettivo integrale specificandone il suo significato: “tutto è connesso”. Al pari dell'ecologia, anche la formazione universitaria è tale se “trasmette alle nuove generazioni un metodo capace di valorizzare l'esperienza, un metodo capace di guardare i fatti nelle loro cause” affinché “si traduca in progetti solidali e fruttuosi a favore dell’uomo, di tutti gli uomini ed anche del contesto in cui essi crescono e vivono”. Davanti agli studenti della Pontificia Università Lateranense, il Papa aveva ricordato: “La formazione dei leader raggiunge i propri obiettivi quando riesce ad investire il tempo accademico con lo scopo di sviluppare non solo la mente, ma anche il 'cuore', la coscienza, e le capacità pratiche dello studente; il sapere scientifico e teorico va impastato con la sensibilità dello studioso e ricercatore affinché i frutti dello studio non siano acquisiti in senso autoreferenziale, solo per affermare la propria posizione professionale, ma siano proiettati in senso relazionale e sociale“. Il Pontefice ha a cuore quest'approccio. Sempre presso l'Università Lateranense, lo scorso anno istituì il ciclo di studi in Scienze della Pace: un percorso di formazione universitaria “il primo interdisciplinare” disse il sostituto della Segreteria di Stato, arcivescovo Edgar Pena Parra, poiché “vi concorrono gli ambiti teologico, filosofico, giuridico, economico e sociale secondo un percorso di interdisciplinarietà”. 

Educare richiede responsabilità

Alla luce di questa vocazione della formazione, lo studioso abbandona l'autoreferenzialità per servire. L'educazione assume un senso se orientata a un fine, quella che Papa Francesco chiama “visione dell'uomo“, perché “il collegamento tra conoscenza e finalità rimanda al tema della intenzionalità e al ruolo
del soggetto in ogni processo conoscitivo”. Formare è, quindi, una grande assunzione di responsabilità secondo Bergoglio: “In tale prospettiva, il cammino che la Chiesa, e con essa gli intellettuali cattolici, devono compiere, è sinteticamente espresso dal Patrono della FIUC, il neo-canonizzato Cardinale Newman, in questo modo: 'La Chiesa non ha paura della conoscenza, ma essa purifica tutto, essa non soffoca alcun elemento della nostra natura, ma coltiva il tutto'” ha sottolineato.

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