“I giovani non vogliamo che siano materiali di scarto. La Chiesa vuole ascoltarli tutti, quelli che credono e quelli che non credono”. Nel Sinodo sui giovani (che si celebrerà nel 2018 e che sara’ preceduto da una larga consultazione attraverso un questionario) “la Chiesa tutta vuole sentire i giovani, cosa vogliono, cosa credono, di quali cose si pentono”. E’ l’invito che Papa Francesco rivolge ai giovani che hanno affollato la basilica romana di Santa Maria Maggiore, sull’Esquilino, in occasione della Veglia di Preghiera in preparazione alla XXXII Giornata Mondiale della Gioventù che si celebra domani, a livello diocesano, sul tema “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente”. Nell’incontro di preghiera, promosso dalla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, in collaborazione con il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e con le Diocesi del Lazio, si sono susseguiti canti, letture e testimonianze di giovani romani.
Una nuova primavera per la Chiesa
“La Chiesa ha bisogno di più primavera ancora e la primavera è la stagione dei giovani. Ci vuole coraggio per cercare di prendere la bellezza nelle piccole cose di tutti i giorni”. “Non so se sarò io ma ma a Panama ci sarà il Papa e vi chiederà: ‘avete ascoltato i nonni, avete preso i loro sogni?'”. Francesco ricorda quindi le parole della Bibbia: “gli anziani sogneranno e i giovani profetizzeranno” e ha fatto riferimento ai suoi 80 anni dicendo che “a questa eta’ ci si prepara alla fine”. I giovani hanno risposto con un deciso “no”, al quale Bergoglio replica con un sorriso: “Chi garantisce la vita è il Signore”.
I giovani nel cuore del Papa
Francesco, ricorda che questo è “il primo momento che vi vede direttamente coinvolti nel cammino di preparazione al prossimo Sinodo dei Vescovi e alla Giornata Mondiale della Gioventù di Panamá”. La prossima Assemblea dei Vescovi, che ha come tema “i giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Il Pontefice spiega il motivo di questa scelta: “Ho voluto che foste voi al centro dell’attenzione perché vi porto nel cuore. Il Sinodo al quale ci prepariamo è un cammino che io e i miei fratelli Vescovi vogliamo compiere insieme con voi, che dovete esserne protagonisti. Desideriamo ascoltare la vostra voce e conoscere le vostre idee, per essere aiutati a servire la vostra gioia”.
Nessuno deve sentirsi escluso
“Nessun giovane deve sentirsi escluso”, sottolinea il Santo Padre, “non possiamo accontentarci di camminare solo con quelli che condividono l’appartenenza ecclesiale, lasciando gli altri fuori dalla porta della Chiesa”. Il desiderio di Francesco è quello di prendere per mano ogni singolo giovane, credente e non, perché “tutti i giovani hanno il diritto ad essere accompagnati nella loro ricerca di senso per rispondere al progetto di Dio e trovare il loro posto nella vita”. E alle centinaia di ragazzi che affollano la basilica papale dedicata alla Vergine Maria affida la missione “di coinvolgere in questo cammino sinodale” gli “amici nelle scuole, nel mondo del lavoro, nei centri sportivi, negli ambienti del tempo libero contagiandoli con una vita capace di testimoniare la bellezza del Vangelo”.
Combattere la violenza con l’amicizia
Bergoglio è consapevole del profondo disagio che vivono molti giovani, tanto da chiudersi nella violenza per “per affermare sé stessi”. Spetta allora ai giovani cristiani reagire “a queste forme di sopraffazione facendo vedere la bellezza del vivere gli uni con gli altri. Restate vicini a coloro che sono in difficoltà” integrandoli “nella vostra amicizia” e camminando con loro. Ricordando il Vangelo di Luca, proclamato durante la Veglia, che narra il viaggio di Maria “per mettersi a servizio di Elisabetta, che era incinta di Giovanni Battista”, il Papa sottolinea come sia la Madonna stessa “che invita ad uscire” da sé stessi “per prendere coscienza” del fatto che ciascuno può dire: “Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo”.
Narcisismo impedisce la propria
Francesco spiega che centro di tutto il Sinodo sarà il “discernimento vocazionale”: “Non è sufficiente domandarsi ‘chi sono io?’, come spesso propone la cultura dominante. Se ci fermiamo a questa domanda rischiamo di rimanere chiusi in una visione narcisistica – aggiunge -, che ci impedisce di realizzarci. Occorre invece orientare diversamente la domanda e chiedersi ‘per chi sono io?'”. Il Papa sottolinea che la “la felicità consiste nel dono di noi stessi”, ed è proprio Gesù a darci l’esempio. La Settimana Santa che sta per iniziare ci ricorda, infatti, che Cristo ha dato la propria vita per salvare l’umanità.
Impegnarsi per costruire un mondo migliore
Ad accompagnare i Vescovi e i giovani in questo cammino verso il Sinodo ci saranno Maria e San Giovanni, “il discepolo amato”; sono le stesse figure che hanno accompagnato Gesù sul Golgota, e fin sotto la croce. Nel racconto della Passione che sarà proclamato nei prossimi giorni, ascolteremo come Giovanni “accoglierà il profondo dolore della Madre, cui viene affidato, assumendosi la responsabilità di prendersi cura di lei”. Sarà poi lui, insieme a Pietro, a correre verso il sepolcro il mattino di Pasqua; è lui che presso il lago di Tiberiade riconoscerà il Risorto, esclamando: “E’ il Signore!”. “Sappiamo che la risurrezione di Gesù non è un evento del passato – sottolinea il Papa -: la sua luce si estende fino ad oggi e raggiunge anche noi, dandoci la capacità e la forza per costruire un mondo migliore. La Gmg che celebreremo in tutte le diocesi del mondo rafforzi la vostra fede nel Risorto e il desiderio di seguirlo con generosità ed entusiasmo”. Bergoglio affida i giovani alla Madonna e a San Giovanni, “così, nell’ordinarietà delle vostre giornate – conclude -, anche nei momenti più difficili, potrete vincere lo scoraggiamento, credere nella forza della vita e donare speranza al nostro tempo”.