E'atterrato alle 16:13 all'aeroporto di Roma-Fiumicino in anticipo, rispetto a quanto previsto, l'aereo con a bordo Papa Francesco, il suo seguito e i giornalisti. Si è concluso, così, il quarto viaggio del Pontefice in Asia, nelle tappe che furono le stesse di Papa Giovanni Paolo II. Rientrato nella Capitale, il Pontefice si è subito recato al cospetto della Madonna Salus Populi Romani per affidare, nella preghiera, i frutti del suo viaggio in Thailandia e in Giappone.
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Alla sua partenza (3:43 ora italiana), Papa Francesco era entrato per ultimo, chiudendosi il portellone dell'aereo alle spalle. Ancora una volta sono i gesti che colpiscono in Bergoglio e il suo indugiare sulla scaletta dell'aereo forse rivela, in maniera neanche troppo velata, che la visita in questo Paese ha inciso la mente e il cuore del Papa. Mentre si attende la conferenza stampa rilasciata ai giornalisti sull'aereo, raccogliamo di questo lungo e composito viaggio i silenzi eloquenti del Papa argentino e la sua umiltà nell'ascoltare, fino agli abissi del male umano, l'urlo che si eleva a Dio.
Il telegramma all'Imperatore
Come riporta Vatican News, subito dopo la partenza Papa Francesco ha fatto pervernire all'Imperatore del Giappone, Sua Maestà Imperiale Naruhito, il seguente telegramma:
“Partendo dal Giappone, rinnovo il mio profondo apprezzamento a Vostra Maestà, ai membri della famiglia imperiale e a tutto il popolo giapponese, per la calorosa accoglienza e generosa ospitalità. Vi assicuro le mie preghiere e invoco su tutti voi abbondanti benedizioni divine”.