Filippine, mobilitazione dei vescovi contro la distruzione dell’ambiente

Filippine

Foto di Ninia Mantos su Unsplash

Le Filippine sono al quarto posto al mondo in termini di riserve di rame e al quinto posto in termini di riserve di cobalto e nichel. Multinazionali straniere, in particolare da Giappone, Australia, Canada e Cina, svolgono un ruolo significativo e intrattengono rapporti con il governo per chiedere sempre nuove concessioni di sfruttamento minerario. Nell’ottica di tali aziende, i provvedimenti di “moratoria” sullo sfruttamento minerario rappresentano un ostacolo. Questi provvedimenti, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides, presentano e considerano le preoccupazioni relative alla protezione ambientale, alla responsabilità sociale e inoltre alla equa  ripartizione dei  profitti derivanti dalle attività minerarie, perché ricadono realmente sullo sviluppo delle comunità locali e non rappresentino la loro distruzione.

Un traghetto sul Loboc River, sull’isola di Bohol, Filippine. Foto di lorenz narbs su Unsplash

Filippine da tutelare

Salvaguardare la popolazione, le risorse e le bellezze naturali di Palawan. Con questo obiettivo i vescovi cattolici delle diocesi presenti a Palawan, una delle isole filippine dotata di una bellezza naturalistica straordinaria e incontaminata, hanno lanciato una campagna di raccolta firme. Per chiedere una moratoria di 25 anni sull’attività mineraria. I presuli spiegano e presentano l’iniziativa popolare in una lettera pastorale congiunta. Firmata dal vescovo Socrates Mesiona, vicario apostolico di Puerto Princesa. Dal vescovo Broderick Pabillo, vicario apostolico di Taytay. E dal vescovo emerito Edgardo Juanich. Rivolgendosi ai fedeli monsignor Mesiona ha  rimarcato: “Chiediamo una moratoria di 25 anni sulle nuove domande o estensioni delle operazioni minerarie. Occorrono studi approfonditi per preservare aree critiche come foreste secolari e bacini idrografici“. Il rappresentante dell’episcopato delle Filippine ha richiamato l’importanza di strategie economiche sostenibili. Con lo sviluppo di imprese locali – e non di multinazionali – anche nel settore dello sfruttamento minerario, che deve sempre mettere al primo posto l’ecosistema. Incluse la vita dei gruppi indigeni e la tutela dei territori, come foreste, fiumi e mari. La situazione è preoccupante. Il Dipartimento dell’ambiente e delle risorse naturali ha autorizzato l’abbattimento di circa 28.000 alberi a Palawan.

Giacomo Galeazzi: