Continua nelle Filippine la lotta al traffico di droga, una battaglia repressa anche con violenza – basti pensare che in due mesi sono state uccise 895 persone – e che desta non poca preoccupazione tra i cittadini e gli esponenti religiosi. L’agenzia di stampa Fides ha raccolto l’appello dell’ Associazione dei Superiori maggiori nelle Filippine, che riunisce i leader delle congregazioni religiose cattoliche maschili e femminili.
“Negli ultimi due mesi abbiamo visto un aumento costante del numero di esecuzioni extragiudiziali, ora circa un migliaio, e il conteggio prosegue. La maggior parte di queste morti sono legate al problema della droga -spiegano dall’Associazione -. Esprimiamo il nostro pieno sostegno alla lotta contro il fenomeno della droga nel nostro paese. E ammiriamo la leadership che il Presidente ha assunto in questa campagna. Tuttavia siamo allarmati per le continue esecuzioni extragiudiziali, che sembrano andare avanti incontrollate, senza processo o indagini”.
Pur condividendo la volontà di stroncare il traffico di droga, una vera piaga sociale, i religiosi filippini si dicono estremamente allarmati “per il silenzio del governo di fronte a queste uccisioni”. “La mancanza di indignazione pubblica è una tacita approvazione di ciò che sta accadendo? -si chiedono dall’Associazione- O è la paura che impedisce alle persone di parlare apertamente ?”.
“In quanto persone religiose e consacrate – continuano i religiosi nel messaggio inviato a Fides – riteniamo che la giustizia debba fare il suo corso seguendo procedure corrette ed entro i limiti previsti dalla legge”. Per questo, invtano il governo a “fermare i vigilantes che compiono azioni illegali”. “Nell’Anno della Misericordia – concludono – lasciamo che la nostra umanità e compassione raggiungano quanti sono emarginati, sofferenti o diseredati”.