“Il Parlamento viene imbavagliato. E in questo modo non si tiene conto che esiste una grande fetta del Paese che questa legge non la vuole. A mio avviso questo modo di fare è fascismo strisciante, un qualcosa che in nessun modo condivido”. Così l’arcivescovo di Monreale (Pa), mons. Michele Pennisi, ha commentato la decisione del governo di porre la fiducia sul ddl Cirinnà. “E’ un fatto negativo per la democrazia – ha proseguito il presule – argomenti così delicati e importanti necessiterebbero infatti di altri approcci”.
Quanto al candidato sindaco di Roma Alfio Marchini che dice che non celebrerà le unioni se diverrà primo cittadino della Capitale, l’arcivescovo ha precisato che “di fronte a una legge ingiusta è lecito esercitare” il diritto di obiezione di coscienza. “Se dall’alto lo Stato impone leggi che non si condividono, si può obiettare”. Secondo Pennisi “non si tratta di fare le barricate. Semplicemente di dire che i diritti delle persone conviventi si possono tutelare in altro modo”.
Ad esempio “con un testo unico sui diritti. Un testo che elenchi e ribadisca quanto l’ordinamento italiano già prevede, esplicitamente o implicitamente, per le persone impegnate in convivenze. Invece questa legge a mio avviso ha un portato ideologico”. Mons. Pennisi ha l’impressione “che dietro questa legge, dietro le forze che l’hanno sostenuta e portata in Parlamento, vi sia una cultura specificatamente contraria alla famiglia naturale”.