I femminicidi: tagliente sciabola che attraversa la società

Ci sono giorni in cui – diciamolo – ci cascano le braccia. L’orribile violenza di tanti – troppi – maschi sulle donne che consideravano loro proprietà privata non tende a diminuire. Le notizie di femminicidi si susseguono a ritmo giornaliero, con il pericolo, non troppo peregrino, di provocare una sorta di rassegnata assuefazione. Davanti a tragedie immani, le persone, annichilite, spiazzate, vinte, potrebbero arrendersi e alzare bandiera bianca. Cosa che non deve assolutamente accadere. Ma che fare? Come contrastare questa maledetta scia di sangue? Come educare al rispetto dell’altro certi individui?

Abbiamo tentato di impadronirci di qualche chiave di lettura che ci permettesse di arrivare a capire. Tutte buone ma nessuna si è rivelata veramente efficace. C’ eravamo illusi che il benessere economico, la libertà sessuale, l’emancipazione sul piano culturale, avrebbero portato a più rispetto e attenzione nella coppia, nella famiglia, ma non è stato sempre così. I cosiddetti femminicidi – alla stregua degli infamanti crimini della pedofilia e pedopornografia – come una tagliente sciabola, attraversano l’intera società. Dove affonda le radici questo modo di fare talmente irrazionale da portare ad annientare la persona che si pensava di amare e rovinare la propria stessa vita e quella dei figli? Occorre prendere atto che le persone non hanno tutte gli stessi valori, la stessa capacità di dialogare, amare, perdonare.

Domenica scorsa abbiamo iniziato in parrocchia la catechesi per la preparazione al matrimonio per individuare, esplorare, illuminare, insieme ai nubendi, le bellezze, le gioie e le trappole del cammino di coppia. Essere innamorati dona al singolo un senso di benessere, di pienezza, di felicità, ma anche toglie, in certi casi, quell’ obiettività che gli permetterebbe di vedere nell’altro i suoi valori, i suoi vizi, i suoi difetti. Occorre essere spietatamente prudenti e razionali quando scocca la freccia dell’innamoramento, studiare la persona, chiedersi per quale motivo è disposto a rinunciare alla sua libertà, che cosa intende con la parola “amore”.

Gli uomini non sono scesi dalle nuvole, hanno avuto la loro educazione, le loro esperienze, si sono formati le loro idee, hanno il loro carattere, spesse volte pessimo e violento. Ogni uomo è un universo sconosciuto, non solo agli altri, ma sovente persino a se stesso. Occorre essere guardinghi, potrebbe essere dipendente dall’azzardo, dalle droghe, dall’alcol, dal sesso, dal denaro. Potrebbe, cioè, essere incapace di gestire se stesso con responsabilità, riversando poi il suo malessere sulla propria donna e sulla famiglia. Chi scrive è un maschio che si vergogna immensamente per gli atti vili e sanguinari dei suoi simili. Che sente il bisogno di chiedere perdono a tutte le donne del mondo fatto oggetto di violenza. Che le donne debbono correre in caserma al primo schiaffo ricevuto non ci sono dubbi, ma non basta, occorre fare di più, arrivare ad avere, in questo campo, con urgenza, leggi più severe. Ma quando anche lui mette fine alla sua stessa vita, con chi te la prendi? Noi vogliamo arrivare prima. La bacchetta magica, in questo campo, non la possiede nessuno, è vero, eppure occorre, a tutti i costi, mettere in salvo le donne a rischio.

Penso a Caterina, alla sua paura, al suo faticoso e triste migrare per l’Italia, in località segrete, per sfuggire alle grinfie del suo ex quando uscirà dal carcere. Temo per la sua vita, per quella dei suoi figli, dei suoi genitori. Purtroppo – come lei stessa ha confessato – Caterina, a suo tempo, testarda, innamorata e bella, si era illusa. Aveva creduto che con il suo amore avrebbe trasformato quell’uomo violento e stupido. A tal punto da aver interrotto i rapporti con i genitori, le sorelle, gli amici. Consegnando, in questo modo, su un piatto d’argento, se stessa e la sua vita al suo aguzzino. Fino al giorno in cui ha visto negli occhi la morte ed è – finalmente! – scappata via. Andiamo incontro, con determinazione, umiltà, affetto e competenze, alle donne. Solo mettendoci insieme possiamo fare qualcosa di più per non lasciarle nelle mani dei loro carnefici travestiti da smaniosi amanti.

Padre Maurizio Patriciello: