La fede che può “muovere, commuovere e cambiare il cuore umano”

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La fede testimoniata nei deserti del mondo. Il monaco Charles de Foucauld (1858-1916) costruiva da solo tabernacoli nel deserto per “trasportare” Gesù in mezzo a coloro che non lo conoscevano né lo cercavano. Un modello di vita e santità cristiana, raccontato dall’agenza missionaria Fides. Charles de Foucauld a vent’anni confessava di vivere “come si può vivere quando l’ultima scintilla di fede si è spenta“. E’ morto nel deserto algerino. Ammazzato da uno di quegli stessi musulmani tra i quali aveva vissuto a lungo. Servendoli gratuitamente. Senza aver “guadagnato” nessuno di loro alla Chiesa cattolica. Nella sua esperienza è chiaro fin dall’inizio che il cuore umano può essere mosso, commosso e cambiato. Non da strategie inventate per rendere “attraente” e “accattivante” il messaggio cristiano. Ma solo dall’attrattiva operata dalla grazia stessa di Cristo. Che inizia la sua opera e la porta a compimento.

Fede nei deserti

Tra le schiere sempre più folte dei canonizzati, de Foucauld sembrerebbe a prima vista appartenere alla categoria dei santi estremi. Quelli che presidiano le terre di confine dell’avventura cristiana nel mondo. Nondimeno, la sua storia così irripetibile dona respiro e conforto per tutti. Racconta come si può confessare e annunciare Cristo non solo nel deserto algerino. Ma anche nei deserti metropolitani che crescono nel tempo presente. In tutto il mondo. Charles de Foucauld. rimasto orfano a sei anni, disapprende presto le preghiere imparate nell’infanzia. Da giovane vive una vita da avventuriero. Sospesa tra la sua carriera militare e le sue esplorazioni nel nord Africa. Per lui, come per tanti ragazzi del tempo presente, il cristianesimo diventa come “un passato che non lo riguarda” (Joseph Ratzinger). Lo riscopre come un nuovo inizio di grazia. Anche grazie alla vicinanza a lui offerta dall’anima cristiana della cugina Marie de Bondy. E di Henri Huvelin, che diverrà il suo padre spirituale. “Andavo in chiesa senza credere. Vi passavo lunghe ore a ripetere questa strana preghiera. Dio, se ci sei, fa che io ti conosca”. Verrà ordinato sacerdote nel 1901.

 

Giacomo Galeazzi: