L’Etiopia non ha il cibo ma compra 63 milioni di armi dalla Turchia. Sos della Chiesa

Logo Interris - Disordini in Etiopia: il Parlamento proroga lo stato d'emergenza

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: Disordini in Etiopia: il Parlamento proroga lo stato d'emergenza

Il popolo soffre la fame ma il governo dell’Eritrea compra armi. L’Etiopia sta continuando il processo di modernizzazione delle sue forze armane. E il Parlamento ha approvato un accordo di cooperazione militare quinquennale con la Turchia. Un piano di investimenti da 63 milioni di dollari, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides. Chiesa cattolica locale descrive la situazione economica devastante che sta pesantemente gravando sul Paese. Prima i moti rivoluzionari antigovernativi. Poi la speranza con l’elezione del primo ministro Aby. Ma è arrivato il Covid. E l’inasprimento della guerra tra il governo federale e il Fronte Popolare di Liberazione del Tigray (TPLF). Al termine della quale arriva il conflitto in Ucraina. E la prospettiva di una siccità molto forte”. 

Emergenza Etiopia

In Etiopia la situazione è drammatica. I prezzi sono aumentanti. Tutto diventa sempre più complicato. “I più poveri stanno zitti- spiegano nelle missioni cattoliche in Etiopia-. Soffrono sempre. Ma la classe media con l’attuale stipendio non riesce a comprare neanche il teff. La farina tipica del paese. Per il fabbisogno mensile. Anche la benzina è aumentata di molto. Purtroppo stanno venendo meno anche i fondi per le missioni. E in questa situazione è sempre più difficile assistere i poveri. Che crescono di giorno in giorno”.

La regione del Tigray, in Etiopia

Scontri nel Tigray

Oltre alla crisi economica vanno registrati scontri in Tigrai con l’Eritrea. La situazione rimane molto tesa e difficile. E secondo le Nazioni Unite, un totale di 1,39 milioni di bambini nella regione del Tigray stanno attualmente perdendo l’istruzione. A causa della guerra. Con gravi conseguenze per i traumi che stanno vivendo.

Giacomo Galeazzi: