In America Latina l’episcopato è in prima linea nella pacificazione. “Le gioie, le speranze, i dolori e le grida dei nostri popoli sono risuonati al Congresso del Celam. Interpellandoci come Chiesa per un profetismo evangelico impegnato ed effettivo- spiegano i vescovi latinoamericani-. Questo ci aiuterà a superare lo stato di neutralità. E ci impegna sempre di più per la dignità umana e dei popoli”. Il Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) accende una luce importante “sullo spirito che deve animare le nostre azioni a favore della pace”. E aggiunge: “Abbiamo sperimentato la presenza della Chiesa nelle piaghe dell’umanità, nelle piaghe dei suoi confini. Abbiamo visto una Chiesa che profuma di pecore, disposta a servire le persone e il bene comune”. I presuli hanno constatato una maturazione di ciò che la Chiesa nel continente americano deve fare e del tipo di contributo che deve apportare.
L’impegno dell’episcopato
Guardando ai passi ecclesiali da fare per una costruzione della pace sempre più effettiva e concreta, l’episcopato evidenzia il valore della “coerenza e del legame tra teoria e prassi. In quanto solo così si potranno incarnare i documenti e i messaggi della Chiesa. Di fronte alle nuove sfide e alle nuove domande che sorgono, è urgente “una coesione interna capace di superare le polarizzazioni della Chiesa stessa e la domanda di pratiche più connesse e congiunte“. Il Celam esorta le comunità in America Latina e nei Caraibi “a lavorare intensamente attorno alle cause strutturali dei conflitti nel continente. Per poter lavorare con forza e profeticamente sui Diritti dei Popoli, visione che contiene e supera la visione dei diritti umani”. Per l’episcopato è urgente, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides, conoscere e documentare le pratiche della costruzione della pace, che non possono essere appannaggio di nessuna struttura particolare, ma devono avere le persone come protagoniste e le realtà concrete di cui sono a servizio per la costruzione del Regno. I presuli riportano le parole di Papa Francesco: “La Chiesa è chiamata ad essere un facilitatore naturale del dialogo, del perdono, della giustizia riparativa e della riconciliazione in ogni tempo e luogo“. Quindi “all’interno dei processi di integrazione latinoamericani esistono già zone di pace stabilite nelle stesse costituzioni regionali. Ci sono piattaforme continentali che collaborano con il lavoro della Chiesa per la Pace”.