Il movimento islamista salafita egiziano è scosso da polemiche e scontri a causa di uno striscione di benvenuto in onore del Patriarca copto ortodosso Tawadros, esposto da militanti salafiti locali in occasione della sua prima visita patriarcale alla città marittima di Marsa Matruh, situata 240 km a ovest di Alessandria d’Egitto. Il salafismo è una scuola di pensiero sunnita che prende il nome dal termine arabo salaf al-ṣaliḥīn (“i pii antenati”) che identifica le prime tre generazioni di musulmani compresi storicamente tra il VII e l’VIII secolo d.C.
Il giorno della visita patriarcale, che si è svolta la scorsa settimana tra misure di sicurezza eccezionali, i salafiti locali avevano esposto uno striscione che rivolgeva un cortese benvenuto al Patriarca, intervenuto nella regione per l’inaugurazione di una chiesa cristiana ortodossa restaurata recentemente.
Lo striscione non è però stato gradito dai responsabili centrali del movimento islamista, tanto che Assel Abdel Majid, membro del Consiglio centrale salafita, ha accusato gli autori dell’iniziativa di “tradimento”, mentre lo sheickh Sameh Abdel-Hamid si è fatto portavoce della “rabbia” dei militanti che accusano il gruppo di Marsa Matruh di “strumentalizzazione” della sigla salafita.
Dal canto loro, gli autori hanno risposto ricordando i buoni rapporti che esistono nella città costiera tra copti e salafiti, e stigmatizzando le reazioni negative come sintomi della perdurante ostilità verso i copti da parte di molti dirigenti del movimento. Già in diverse occasioni, infatti, alcuni leader salafiti avevano chiesto di non rivolgere messaggi di augurio ai cristiani in occasione delle festività natalizie e pasquali per non “glorificare la religione degli infedeli”.