Il Ministero egiziano per le antichità ha chiesto che il “Cammino della Sacra Famiglia, l'itinerario che unisce i luoghi attraversati secondo tradizioni millenarie da Maria, Giuseppe e Gesù Bambino quando trovarono rifugio in Egitto per fuggire dalla violenza di Erode venga inserito nella lista dei siti “Patrimonio mondiale” dell’Unesco. Il ministero, in tal senso, ha anche curato una pubblicazione in lingua inglese e araba di un fascicolo illustrato sul cammino, intitolato “Stazioni del viaggio della Sacra Famiglia” che contiene documentazione e foto sui vari luoghi che fanno parte dell’itinerario.
I luoghi del cammino
Sono almeno 25 i luoghi che rivendicano di essere stati toccati dalla Sacra Famiglia durante la sua fuga in Egitto, come i monasteri del Wadi Natrun, il cosiddetto “Albero di Maria” a el Matariya (sobborgo del Cairo), la chiesa della Vergine Maria a Jabal al-Tayr (provincia di Minya) e il monastero di Deir al Muharraq, nel governatorato di Assiut, dove la Sacra Famiglia, secondo tradizioni locali, si stabilì per più di sei mesi in una grotta poi inglobata nell’antica chiesa della Vergine. Khaled al Anani, Ministro egiziano delle Antichità, ha rimarcato in recenti interventi pubblici la rilevanza storica e ecclesiale della permanenza della Sacra Famiglia in territorio egiziano, rilanciando le ipotesi storiche secondo cui Gesù Bambino, la Vergine Maria e San Giuseppe rimasero in Egitto per diversi anni. Dopo la morte di Erode, secondo i VAngeli, l'angelo appare in sogno a Giuseppe per dirgli che potevano tornare nella loro terra: Giuseppe, però, venuto a sapere che in Giudea regnava il figlio di Erode, Erode Archelao, e temendo per il bambino, invece di tornare in Giudea, si recò con la famiglia a Nazaret, in Galilea.