Ecumenismo, il futuro della Chiesa è un “cammino sinodale”. La missione del patriarca Mar Awa

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Ecumenismo e missione cristiana in Oriente: la parola di Mar Awa III.  L’agenzia vaticana missionaria Fides ha intervistato il Patriarca della Chiesa assira.  All’anagrafe David Royel è il successore di Mar Gewargis III Sliwa. Proviene dagli Stati Uniti. E ha studiato nelle accademie cattoliche. Compreso il Pontificio Istituto Orientale di Roma. Mar Awa esorta a camminare insieme nella fede degli Apostoli. E ritiene che un programma ecclesiale sinodale sia fecondo se “aiuta tutti a camminare nella fede degli Apostoli custodita dalla Tradizione”. Per questo i richiami alle dinamiche sinodali non possono essere usati “per aprire fratture tra i membri della Chiesa su questioni di fede o di morale“.

Ruolo dell’ecumenismo

Il Patriarca della Chiesa della Chiesa assira d’Oriente offre, da una prospettiva orientale, coordinate suggestive. Utili per guardare anche al processo sinodale avviato nella Chiesa cattolica. Il Patriarca assiro critica le campagne di “demonizzazione” della Chiesa ortodossa russa e del suo Patriarca Kirill. Racconta la condizione dei cristiani in Medio Oriente. Spinge sulla ricerca di una data comune per la celebrazione della Pasqua. E sul cammino verso la piena comunione tra la Chiesa assira d’Oriente e la Chiesa di Roma. Il Primate della Chiesa assira fa riferimento anche al “segreto” della grande progressione missionaria della antica Chiesa d’Oriente. Quello che nei primi secoli cristiani aveva portato l’annuncio del Vangelo fino in Cina, in Mongolia e nella Penisola arabica.

Processo sinodale

Nel processo sinodale avviato nella Chiesa cattolica è importante guardare alle Chiese d’Oriente per “imparare” la sinodalità. “La modalità sinodale serve a custodire e confermare l’unità della fede nel cammino comune. Facilitandolo per tutti. E liberando tutti da pesi inutili e prassi ecclesiali che lo intralciano”, sottolinea il patriarca. Mar Awa III indica, inoltre, il criterio per valutare la validità e la fecondità di un processo sinodale. E cioè se esso, nel tempo presente e nell’attuale condizione storica, aiuta tutti a “camminare nella fede degli Apostoli custodita dalla Tradizione”.

Giacomo Galeazzi: