E' stata presentata nell'aula San Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede l'Athletica Vaticana. Si tratta della prima Associazione Sportiva costituita in Vaticano, affiliata con la Federazione italiana atletica leggera in virtù dell'intesa bilaterale con il Coni. Questa nuova realtà dipenderà dal Pontificio Consiglio della Cultura che ha un dipartimento dedicato anche allo sport. Alla conferenza di presentazione, presenti il Cardinal Gianfranco Ravasi, Prefetto del Pontificio Consiglio, Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico con cui è stato già firmato un protocollo d'intesa, Michela Ciprietti, atleta e rappresentante di Athletica Vaticana e monsignor Melchor José Sànchez de Toca y Alameda, presidente dell'Associazione Sportiva appena nata, Giovanni Malagò, presidente del Coni.
Il collegamento religione-sport
A fare gli “onori di casa”, il nuovo direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti. Questa è la prima conferenza del 2019. Gisotti, nella sua prima uscita pubblica da direttore, ha esordito definendo “qualcosa di storico” l'iniziativa presentata oggi. Il Cardinale Ravasi ha dedicato il suo intervento “connettere alla parola sport, quelle di religione, cultura ed etica”. Secondo il Cardinale: “Il gioco si fa per gratuità, non condizionati da vincoli immediati. La storia della cultura ha sempre avuto un collegamento con lo sport. La religione ha alla base il gratuito, quindi è facile il collegamento con lo sport”. La violenza negli stadi, il razzismo, il doping denotano come il peccato, la degenerazione etica abbia proprio in uno dei linguaggi dell'umanità come lo sport abbia la rappresentazione più truce e triste.
Atletica e spiritualità
L'intervento di Luca Pancalli ha evidenziato la dimensione storica della nascita di Athletica Vaticana. Il presidente del Cip ha sottolineato la vicinanza del Pontificio Consiglio della Cultura al Comitato Italiano Paralimpico. “Il nostro obiettivo – ha affermato Pancalli – è quello di cambiare la percezione della disabilità nel Paese con lo sport”. La diversità, dunque, vista come una risorsa e non come un ostacolo. Monsignor, Melchor José Sànchez de Toca y Alameda ha ripercorso il cammino che ha portato alla costituzione di quella che è la prima società sportiva costituita ufficialmente in Vaticano. Secondo il presidente dell'Associazione Sportiva, quest'iniziativa dimostra l'”interessamento della Chiesa nei confronti dello sport” e si pone lo scopo di “promuovere la pratica sportiva, specialmente l'atletica leggera ma con l'apertura ad una serie di iniziative ricreative e spirituali. Quindi, non è nata per correre e basta ma come testimonianza”. Rivolta ai dipendenti vaticani ma non solo: sono stati tesserati anche due migranti della cooperativa Auxilium, fondata da Angelo Chiorazzo. Una prova della dimensione solidale di quest'esperienza. L'idea è nata da un gruppo di amatori della corsa ed è poi arrivata fino alla Segreteria di Stato che ne ha autorizzato la costituzione, affidandone la gestione al Pontificio Consiglio della Cultura.
Nessun obiettivo agonistico
Il presidente del Coni si è detto felice di questa nascita ed ha ironizzato sulla concorrenza che la rappresentanza vaticana potrebbe fare a quella italiana. Michela Ciprietti, l'atleta rappresentante, ha posto l'attenzione sulla funzione dello sport come “mezzo per annullare le differenze” e lo si vede “al termine di una gara; dopo il traguardo ci si abbraccia, senza chiedersi se lo sfidante è di un'altra religione”. L'Associazione Sportiva non ha obiettivi agonistici, ma vuole promuovere la corsa a 360 gradi.