Normalmente il nunzio apostolico, ovvero il rappresentante diplomatico della S. Sede, non è un cittadino del Paese in cui opera. A questa regola, non scritta, faceva eccezione l’Italia. Ma ora Papa Francesco si appresta a nominare come suo “ambasciatore” a Roma per la prima volta un arcivescovo di un’altra nazione, per la precisione uno svizzero. E per la seconda volta consecutiva il nunzio in Italia proviene dalla sede di Buenos Aires.
Lo scorso 13 agosto ha compiuto 75 anni mons. Adriano Bernardini che quando era nunzio in Argentina aveva rapporti non proprio idilliaci con l’allora arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio. Va ricordato, infatti, che oltre alle funzioni diplomatiche, il nunzio intrattiene i rapporti con la Chiesa locale ed ha un ruolo decisivo nella nomina dei vescovi, e su questo terreno i contrasti tra i due prelati non furono pochi. Tuttavia quando fu eletto al soglio di Pietro, Papa Francesco lo ha mantenuto fino al termine dell’età canonica nell’incarico di rappresentante vaticano in Italia e San Marino che gli aveva conferito Benedetto XVI nel 2011. Al suo posto arriva monsignor Emil Paul Tscherrig, nato a Unterems, in Svizzera il 3 febbraio 1947, ordinato sacerdote nel 1974 e già nunzio apostolico della Santa Sede dal 1996 in Burundi, dal 2000 in diversi Paesi dall’area centro-americana e delle Antille, dal 2004 in Corea e Mongolia, dal 2008 nei paesi Scandinavi e dal 2012 in Argentina.
La sua nomina in Italia non è stata ancora annunciata, al contrario di S. Marino, dove il nuovo nunzio apostolico ha già ottenuto il gradimento della Repubblica, dove sarà anche decano del Corpo Diplomatico. Il Congresso di Stato di San Marino si è infatti pronunciato sulla nomina nella seduta del 28 agosto.