Donizetti Tavares, il “don Camillo” brasiliano

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Lo scorso 6 aprile Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle cause dei santi, di cui è prefetto il card. Angelo Becciu, a promulgare, fra gli altri, il decreto che riconosce l’autenticità di un miracolo attribuito all’intercessione del venerabile servo di Dio Donizetti Tavares di Tambaú (1882-1961). Il che vuol dire che questo sacerdote diocesano dal nome decisamente insolito, con tutta probabilità, sarà prossimamente proclamato Beato. Il Pontefice l’aveva dichiarato “servo di Dio” il 9 ottobre 2017, autorizzando la Congregazione delle cause dei santi a promulgare il decreto riguardante le sue virtù eroiche.

Il “Don Camillo” del Brasile

Donizetti Tavares de Lima nasce a Cássia, nello Stato del Minas Gerais (sud del Brasile) il 3 gennaio 1882 in seno a una famiglia amante della musica. I suoi genitori diedero non solo a lui per nome il cognome di un noto compositore, ma a tutti gli altri figli, battezzati rispettivamente: Rossini, Bellini, Mozart e Verdi. Non a caso quindi Donizetti maturò la passione per la musica fin da ragazzino e, con gli anni, la coltivò in parallelo alla vocazione al sacerdozio. Da giovane divenne un buon pianista e organista, mantenendosi addirittura agli studi col dare lezioni di musica in seminario e suonando l’organo in chiesa. Ordinato sacerdote il 12 luglio 1908, svolse il suo primo servizio pastorale a San Gaetano, Jaguary, Vargem Grande do Sul, per essere poi nominato parroco, nel 1926, a Tambaú, nello Stato di San Paolo del Brasile. Qui svolse per 35 anni un intenso apostolato ed esercitò un notevole influsso sulla vita sociale della città. Si spese in prima persona per i poveri, gli anziani, i malati e i bambini del luogo, tanto che la sua dedizione e, contemporaneamente, focosità contro i soprusi lo fece assimilare al nostro Don Camillo, l’indimenticabile curato della Bassa, creato dal genio di Giovanni Guareschi. Casualmente la gente scoprì il suo potere taumaturgico del solo gesto di benedizione e, tra la fine del 1954 e i primi quattro mesi del 1955, si recarono a Tambaú circa tre milioni di persone. Fu egli stesso a stroncare il fanatismo popolare e a porre fine ai pellegrinaggi con l’ultima benedizione impartita il 30 maggio 1955. Padre Donizetti è una personalità dai mille risvolti, esempio di una fede vissuta all’insegna dell’autentica “devozione popolare”, che si è riflessa in particolare nella fiducia e nella venerazione della Vergine Maria sotto il titolo di Nostra Signora di Aparecida, patrona del Brasile. Sempre obbediente ai superiori, nella sua vita religiosa hanno trovato posto “rigore e intransigenza, ma anche allegria e gioia” (Angela Mattei, Il calciatore taumaturgo, in L’Osservatore Romano, 6 dicembre 2017, p. 4). Come aggiunge Angela Mattei sull’Osservatore Romano, “la strenua difesa dei suoi figli spirituali, il grande coraggio nell’affrontare a viso aperto i potenti del luogo, che lo avrebbero voluto tacito complice dei loro soprusi, e i poteri di taumaturgo”, lo condussero sul letto di morte in oddore di santità e circondato dall’amore di tutti i suoi fedeli, a Tambaú, il 6 giugno 1961.

L’autore della biografia

Gaetano Passarelli, autore dell’unica biografia scientifica finora pubblicata in Italia, intitolata “Donizetti Tavares de Lima di Tambaú. Il taumaturgo” (Graphe.it, Perugia 2017, pp. 198, euro 10), è nato a Castrovillari (Cosenza) e vive e lavora a Roma. È stato docente di Storia bizantina all’Università di Chieti e di Roma Tre, di Spiritualità Orientale all’Istituto Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum e di Liturgia bizantina al Pontificio Istituto Orientale. Direttore responsabile della rivista Studi sull’Oriente Cristiano, è attualmente consultore storico della Congregazione vaticana delle Cause dei Santi e direttore della collana I condottieri della casa editrice Graphe.it. Condirettore della collana “Pecile”, edita dalla stessa casa editrice, oltre a numerose pubblicazioni scientifiche su iconografia, liturgia e storia bizantina tradotte in diverse lingue, è autore di biografie di grandi personaggi contemporanei sia italiani sia brasiliani.

Giuseppe Brienza: