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Don Patriciello: “Il Governo sta facendo cose molto belle a Caivano”

"Il Governo sta facendo cose molto belle. Ho incontrato i commissari straordinari: è dal 1997 che Caivano non riesce a portare a termine un mandato amministrativo". Così don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano (Napoli), a proposito dei provvedimenti per la cittadina campana

“Il Governo sta facendo cose molto belle a Caivano”. Lo ha detto il parroco di Caivano (Napoli), don Maurizio Patriciello parlando agli studenti durante un incontro a Campobasso.

Caivano, don Patriciello: “Il Governo sta facendo cose buone”

“Il Governo sta facendo cose molto belle e noi diciamo grazie per l’attenzione”. Lo ha detto il parroco di Caivano (Napoli), don Maurizio Patriciello, a proposito dei provvedimenti per la cittadina campana, parlando agli studenti durante un incontro a Campobasso. Il parroco ha aggiunto che “nei locali presidi di polizia e carabinieri sono arrivati rinforzi e con i maggiori controlli nelle strade lo spaccio nelle ultime settimane è diminuito”. Don Patriciello al suo arrivo a Campobasso ha trovato ad attenderlo tutte le autorità locali e c’è stato anche un caloroso abbraccio con monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo della città.

Don Patriciello: “Ho incontrato nuovi commissari”

“Ieri sera ho incontrato i commissari straordinari che sono appena arrivati a Caivano. È dal 1997 che Caivano non riesce a portare a termine un mandato amministrativo e questo è un problema serio, anche perché un conto è quando un’amministrazione viene sciolta per motivi politici e un conto è quando viene sciolta perché ci sono le infiltrazioni mafiose e camorristiche”. Lo ha detto il parroco di Caivano don Maurizio Patriciello partecipando a un incontro con gli studenti al convitto ‘Mario Pagano’ di Campobasso. “Qualche giorno fa – ha aggiunto – durante un incontro di catechesi ho sentito il bisogno di dire ai fratelli che sono stati arrestati, amministratori e tecnici del Comune, che noi non abbiamo brindato a questa notizia e che noi speriamo e preghiamo perché possano dimostrare la loro innocenza. Il giorno in cui leggeremo sul giornale che sono innocenti, allora brinderemo, ma se innocenti non saranno noi speriamo che possano pagare fino all’ultimo centesimo per i loro errori”.

Fonte: Ansa

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