La vicenda della diocesi nigeriana di Ahiara si sblocca grazie al passo indietro fatto dal vescovo Peter Ebere Okpaleke, che ha rinunciato al governo pastorale. Dimissioni accettate dal Papa che ha nominato amministratore apostolico sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis mons. Lucius Iwejuru Ugorji, vescovo di Umuahia. La vicenda è molto dolorosa per la Chiesa perché il vescovo che ha lasciato la guida della diocesi è stato costretto a questo gesto per una opposizione di tipo etnico. Il vescovo, infatti, appartiene a un'etnia diversa da quella di larga parte della popolazione. Fin dalla nomina episcopale da parte di Benedetto XVI nel dicembre 2012 si era messa in moto una forte opposizione a mons. Okpaleke, che aveva anche chiesto di posticipare la sua ordinazione, prevista per il 15 febbraio 2013, per cercare di trovare una soluzione pacifica. Purtroppo molti laici e sacerdoti hanno continuato a opporsi al pastore nominato dalla S. Sede. Il nuovo vescovo fu ordinato il 21 maggio 2013 ma la situazione non migliorò affatto. Lo scorso anno, a giugno, Papa Francesco, ricevendo una delegazione di Ahiara, si era detto “molto triste” e aveva chiesto con grande fermezza che tutti i sacerdoti che si erano opposti alla presa di possesso della diocesi firmassero una lettera di pentimento in cui chiedevano perdono, pena la sospensione a divinis.
La gratitudine del Papa
Oggi la svolta. La Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli ha diffuso un comunicato in cui si legge che “il Santo Padre, accogliendo la richiesta di mons. Okpaleke, lo ha sollevato dall’ufficio di vescovo di Ahiara, e allo stesso tempo lo ringrazia per il suo amore alla Chiesa. Il Papa Francesco, nei mesi di giugno e luglio 2017, come da Lui richiesto, ha ricevuto 200 lettere da parte di singoli sacerdoti della diocesi di Ahiara, in cui essi gli hanno manifestato obbedienza e fedeltà. Alcuni, tuttavia, hanno fatto presente la propria difficoltà psicologica a collaborare con il presule dopo questi anni di conflitto. In considerazione del pentimento, il Santo Padre non ha voluto procedere con sanzioni canoniche, ed ha incaricato la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli di rispondere a ciascuno di essi; la Congregazione ha esortato ogni sacerdote a riflettere sul grave danno inferto alla Chiesa di Cristo ed ha auspicato che mai in futuro abbiano a ripetersi azioni così irragionevoli di opposizione verso un presule legittimamente nominato dal Santo Padre; ha anche chiesto che il clero compia gesti di perdono e di riconciliazione nei confronti del presule. Il Santo Padre – continua la nota di Propaganda Fide – è grato a quanti, sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli, hanno mostrato vicinanza a mons. Okpaleke e lo hanno sostenuto con la propria preghiera. E’ altresì grato ai fratelli vescovi della Conferenza Episcopale della Nigeria per il sostegno dato al loro confratello, al quale invia una speciale benedizione apostolica. Ringrazia poi il cardinale John Onaiyekan per il servizio prestato quale amministratore apostolico; inoltre mons. Ignatius Kaigama, presidente della Conferenza Episcopale, e l’arcivescovo metropolitano di Owerri, mons. Anthony Obinna, per gli sforzi compiuti nella penosa vicenda”.
Mai più simili divisioni
La Congregazione fa sapere che “il Santo Padre non intende per ora nominare un nuovo vescovo in Ahiara, ma si riserva di continuare ad avere Egli stesso una speciale sollecitudine verso quella diocesi”, con la nomina ad amministratore apostolico di mons. Ugorji. L'auspicio del Papa è che “mai più si abbiano azioni che feriscano il Corpo di Cristo“.
La lettera del vescovo
Dal canto suo mons. Okpaleke ha scritto una lettera pastorale, datata Mercoledì delle Ceneri, con cui annuncia le sue dimissioni. Ricorda che “fino ad ora non ho potuto prendere possesso della diocesi di Ahiara. Sono ora cinque anni, due mesi ed una settimana dalla nomina pontificia. Anche gli interventi della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e della Segreteria di Stato non hanno dato i frutti desiderati. I dettagli degli sforzi di pacificazione e le reazioni violente e irrazionali di alcuni preti e fedeli di Ahiara sono ancora disponibili su internet”. Il vescovo è stato costretto a risiedere fuori diocesi, ad Awka, “dove sono rimasto finora”. “Prendendo in considerazione quanto sopra – afferma il presule – ho assunto il convincimento in coscienza che rimanere vescovo di Ahiara non reca più giovamento alla Chiesa. Non penso che il mio apostolato in una diocesi dove alcuni preti e fedeli laici sono così mal disposti nei miei confronti possa essere efficace. Così per il bene della Chiesa e della diocesi di Ahiara in particolare, ho chiesto umilmente al Santo Padre di accettare le mie dimissioni. Ho intrapreso questo passo anche per il bene di tutti i fedeli di Ahiara, specialmente coloro sono rimasti fedeli in una Chiesa locale controllata da alcuni preti”. “Sono urgenti – conclude – pentimento e riconciliazione“.